Oltre 2 milioni e mezzo le morti evitate ogni anno grazie ai vaccini. In alcuni Paesi la copertura è ancora scarsa. Europa e Stati Uniti non devono abbassare la guardia. I dati presentati per la World Immunization Week
Nulla come i vaccini ha cambiato la storia della medicina. Oggi grazie ad essi ogni anno si previene la morte di oltre 2 milioni e mezzo di persone, in particolare bambini. Eppure, mentre in alcune aree del mondo il mancato accesso è frutto delle disastrose condizioni economiche ed organizzative degli Stati, in Europa e Stati Uniti alcune malattie quasi debellate stanno ritornando perchè cala il numero di persone vaccinate. E’ quanto emerge dai dati della World Health Organization (WHO) in occasione della settimana mondiale dedicata alle vaccinazioni dal 24 al 30 aprile.
Vaccini: 8 domande e risposte per fugare ogni dubbio
CHE COSA SONO I VACCINI?
L’idea è semplice e allo stesso tempo geniale: insegnare al sistema immunitario a riconoscere il potenziale pericolo predisponendo le difese necessarie in caso di reale attacco. E’ questo, in estrema sintesi, il significato della vaccinazione. Il primo a mettere in pratica l’idea fu, nel lontano 1796, il medico inglese Edward Jenner. Lo scienziato osservò che le mungitrici che contraevano il vaiolo bovino (una forma molto più lieve del vaiolo che colpisce l’uomo), e successivamente guarivano, non contraevano mai il vaiolo umano. Egli provò quindi ad iniettare del materiale preso dalla pustola di vaiolo bovino in un ragazzo di 8 anni e la malattia non si sviluppò. Da quel momento inizia l’era dei vaccini, uno dei più potenti strumenti di prevenzione a disposizione della sanità pubblica.
Vaccini e autismo: storia di una frode scientifica
SENZA VACCINI UN BAMBINO SU 5
Oggi, grazie al progresso della ricerca, abbiamo a disposizione numerosi vaccini che hanno cambiato la storia di molte malattie: vaiolo, poliomielite, morbillo, epatite B, meningite, varicella, parotite e rosolia sono solo alcune delle malattie contro le quali è possibile fare prevenzione attraverso la somministrazione dei vaccini. Secondo i dati della WHO sono oltre 2 milioni e mezzo le persone salvate ogni anno, ma se la copertura vaccinale aumentasse se ne potrebbe salvare un altro milione e mezzo. Emblematico il dato sull’accesso per i bambini: al mondo sono 18 milioni i piccoli (1 bambino su 5) che non hanno accesso alle vaccinazioni di base. India, Nigeria, Pakistan ed Indonesia sono le nazioni con la più alta percentuale di bambini non vaccinati. Fortunatamente, grazie ad un progetto internazionale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la situazione negli ultimi anni, almeno per quanto riguarda l’eradicazione di alcune malattie, è migliorata parecchio. Vittorie isolate in quanto, sempre secondo la WHO, la copertura vaccinale a livello globale è da qualche anno in fase di stallo. Ecco perché l’ambizioso obiettivo di arrivare ad una copertura vaccinale globale entro il 2020 pare ancora un lontano miraggio.
ITALIA BOCCIATA
Ma se nelle aree più povere del pianeta la mancanza di copertura vaccinale è da imputare all’impossibilità di raggiungere tutte le persone, Europa e Stati Uniti non hanno scusanti. Eppure, nonostante i benefici e la facilità di accesso a questo prezioso strumento, la situazione non è delle migliori. Lo scorso ottobre l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha reso noti i dati di accesso alle vaccinazioni nel nostro Paese. La copertura è al limite della soglia di sicurezza, nonostante l’obbligatorietà: secondo i dati sono scese al di sotto del 95% le vaccinazioni per poliomielite, tetano,difterite ed epatite B e la percentuale scende ulteriormente per le vaccinazioni contro il morbillo, la parotite e la rosolia che raggiunge una copertura dell’86%, in calo di oltre il 4% in appena un anno. Emblematiche le parole del direttore dell’ISS, Walter Ricciardi: Se non si ha più la cosiddetta “immunità di gregge” – quel fenomeno che consente anche ai non vaccinati di godere degli effetti del vaccino- aumenta il rischio che bambini non vaccinati si ammalino, che si verifichino epidemie importanti, che malattie per anni cancellate non siano riconosciute e trattate in tempo». Ecco perché oggi più che mai, anche nel nostro Paese, è vietato abbassare la guardia.
Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.