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Pediatria
Daniele Banfi
pubblicato il 02-05-2024

I vaccini salvano vite: 154 milioni in 50 anni



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Il report dell'OMS parla chiaro: 14 vaccini hanno salvato milioni di vite, specialmente tra i neonati. L'impatto maggiore riguarda la vaccinazione contro il morbillo

I vaccini salvano vite: 154 milioni in 50 anni

154 milioni di vite salvate dal 1974 ad oggi. E' questo l'effetto preventivo dei vaccini. A metterere nero su bianco il dato è una pubblicazione sulla rivista The Lancet ad opera dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Di queste, 101 milioni riguardano i bambini sotto l'anno di età.

COME FUNZIONANO I VACCINI?

L'idea alla base di qualsiasi vaccinazione è semplice: insegnare al nostro sistema immunitario come riconoscere la presenza di un agente infettivo in modo tale da essere pronto a rispondere in caso di vero incontro. Ciò accade perché le nostre cellule immunitarie sono in grado di memorizzare l'informazione. Per innescare una risposta ci sono diversi modi che vanno dal somministrare l'agente patogeno nella sua interezza ma inattivato -in modo tale che non possa causare la malattia- ai più moderni vaccini a mRNA che servono a far produrre al corpo solo una piccola porzione del virus in questione. 

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Vaccini e vaccinazioni. Perché sì. Le risposte della scienza

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QUALI MALATTIE SI POSSONO PREVENIRE?

Oggi, grazie al progresso della ricerca, abbiamo a disposizione numerosi vaccini che hanno cambiato la storia di molte malattie: vaiolo, poliomielite, morbillo, tetano, epatite B, pertosse, meningite, varicella, parotite e rosolia sono solo alcune delle malattie contro le quali è possibile fare prevenzione attraverso la somministrazione dei vaccini. Non solo, da alcuni anni sono disponibili anche dei vaccini capaci di prevenire le infezioni da papillomavirus (HPV), un agente infettivo che nel tempo può causare il tumore della cervice uterina, il tumore dell'ano e i tumori del distretto testa-collo.

LO STUDIO DELL'OMS

Nello studio da poco pubblicato su The Lancet, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha provato a tracciare un bilancio sull'efficacia delle vaccinazioni disponibili negli ultimi 50 anni nel prevenire la morte per malattie infettive. Dalle analisi è emerso che le vaccinazioni contro 14 malattie (difterite, Haemophilus influenzae di tipo B, epatite B, encefalite giapponese, morbillo, meningite A, pertosse, pneumococco invasivo, poliomielite, rotavirus, rosolia, tetano, tubercolosi e febbre gialla) hanno contribuito a ridurre in maniera diretta le morti nei bambini del 40%. Percentuale che sale ad oltre il 50% se si considera la sola Africa. Tradotto in numeri ciò corrisponde a 154 milioni di vite salvate, 101 sotto l'anno di età. Ma con le vaccinazioni non è solo una questione di vite salvate: guardando ad uno dei vaccini più longevi, quello per la poliomielite, lo studio ha rilevato che ben 20 milioni di individui sono stati salvati dalla paralisi alle gambe, tipico effetto collaterale della malattia.

IL CASO DEL MORBILLO 

Il report dell'OMS ha inoltre evidenziato che gran parte delle vite salvate ha riguardato la prevenzione del morbillo: 94 milioni di vite su un totale di 154 milioni. Un dato importante se si considera che ultimamente, anche in Italia, il morbillo ha rialzato la testa: nel 2023 si sono registrati 43 casi di , in netta risalita rispetto ai 15 del 2022, mentre nel mese di gennaio del 2024 ne sono stati segnalati 29 e a febbraio 35, per il 30%-40% importati. Un "ritorno" che suggerisce in primis di focalizzare l'attenzione sulle coperture vaccinali. Per proteggere la comunità dalla circolazione del virus occorre una copertura di almeno il 95% degli individui con due dosi. Attualmente, secondo l'OMS, il tasso di copertura globale della prima dose di vaccino è dell’83% e della seconda dose è del 74%. Coperture non ottimali che stanno contribuendo ad alimentare i continui focolai nel mondo.

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Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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