I pediatri americani forniscono cinque indicazioni per prevenire l’insorgenza dell’obesità e dei disturbi del comportamento alimentare durante l’adolescenza. Il buon esempio deve partire dai genitori
Come evitare l'insorgenza del sovrappeso, dell'obesità e dei disturbi del comportamento alimentare? Incoraggiando l’assunzione di uno stile di vita equilibrato e non puntando mai il dito su ciò che si mangia e sul peso corporeo. Potrebbero essere riassunti così, i contenuti delle linee guida con cui l’American Academy of Pediatrics punta a porre un argine all’aumento dell’obesità in età infantile (raddoppiata negli ultimi vent’anni) e dell’obesità (quadruplicata) durante l’adolescenza. Alla vigilia dell’inizio del nuovo anno scolastico, sulla base delle ultime evidenze scientifiche, gli specialisti statunitensi hanno diffuso cinque raccomandazioni per contenere l’eccesso di peso corporeo, ma pure per evitare che cresca l’incidenza dei disturbi del comportamento alimentare.
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DALL’OBESITA’ ALL’ANORESIA IL PASSO PUO’ ESSERE BREVE
Il documento è stato pubblicato su Pediatrics con un duplice obiettivo: favorire il mantenimento di un corretto peso corporeo ed evitare comportamenti poco equilibrati adottati sempre con maggiore frequenza al fine di dimagrire. In alcuni casi, infatti, il passaggio dal sovrappeso all’anoressia e alla bulimia può essere più facile di quanto si immagini. Ecco perché usare le parole giuste con un figlio che tende al sovrappeso è tutt’altro che un esercizio inutile. I medici statunitensi hanno scelto come target quello degli adolescenti, perché è dai 14 anni in avanti che i ragazzi prendono coscienza del proprio peso corporeo e adottano anche spontaneamente alcune misure per farlo calare. Il messaggio è chiaro: genitori e medici dovrebbero disincentivare l’adozione di un regime dietetico e puntare maggiormente sulla pratica dell’attività fisica e sull’adozione di una dieta equilibrata.
Oggi nel mondo ci sono più persone obese che sottopeso
L’IMPORTANZA DELLE PAROLE
Cinque i punti individuati dagli specialisti per riportare i ragazzi verso il peso forma. Ai genitori si consiglia di evitare l’utilizzo di espressioni quali «devi metterti a dieta», «alla tua età ero più magro di te», «basta mangiare». Il rischio, secondo gli esperti, è di ottenere un effetto opposto quando il ragazzo arriverà alle soglie della maggior età. No categorico, dunque, ai confronti. «Le madri che parlano del proprio peso corporeo o del proprio corpo portano i loro figli, senza rendersene conto, a non essere soddisfatti del proprio aspetto fisico», afferma Neville Golden, docente di pediatria all’Università di Stanford, tra gli estensori del documento. Negli Stati Uniti, è quanto si evince dalla relazione, la mancanza di accettazione dell’aspetto fisico è un fenomeno che riguarda la metà delle ragazze adolescenti e un quarto dei ragazzi. Più che ai rischi connessi all’obesità, ciò espone i giovani all’adozione di comportamenti compensatori tipici dell’anoressia.
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IL BUON ESEMPIO PARTE DALLA TAVOLA
Tutt’altro che irrilevante è l’atteggiamento che si adotta a tavola con i propri figli. I pediatri statunitensi consigliano di mangiare con loro, tutte le volte in cui è possibile. Questo per evitare di lasciarli da soli in un momento spontaneo, come quello di un pasto, che può però diventare tutt’altro che scontato per un adolescente che si vede in sovrappeso o obeso. Più che il controllo, però, è l’esempio a risultare importante. Ovvero: un genitore che consuma un pasto equilibrato è destinato a diventare un riferimento per un figlio che fino a quel momento invece ha adottato scelte alimentari poco salutari. Oltre che per incoraggiarli a seguire una dieta bilanciata, la condivisione dei pasti può essere anche un’occasione per sottolineare l’importanza dell’attività fisica.
Ma essere obesi non è una colpa
ADOLESCENTI PIU’ A RISCHIO DEI BAMBINI
Rispetto ai bambini, gli adolescenti risultano più restii a mantenere il peso corporeo. Se i tassi di sovrappeso e obesità sono in leggero calo nei più piccoli, lo stesso trend non si registra nei giovani di età compresa tra i 14 e i 18 anni. Sono diversi i fattori che contribuiscono alla definizione di questa tendenza: dalla scarsa propensione a svolgere attività fisica al consumo di alimenti ipercalorici, dal continuo passaggio sul piccolo schermo di spot che promuovono il consumo di cibo spazzatura ai ridotti consumi di frutta e verdura. «La dieta poco sana comincia già nei primi anni di vita, con un eccesso di proteine, carboidrati semplici, grassi saturi e sodio, e un basso consumo di ferro e fibra alimentare - commenta Francesco Branca, direttore del dipartimento della nutrizione per la salute e lo sviluppo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità -. Se si compara la prevalenza del sovrappeso tra i bambini di sette anni in 17 Paesi Europei, l’Italia, assieme alla Grecia e alla Spagna, ha i valori più alti». Ecco perché è necessario intervenire prima che sia troppo tardi.
Fabio Di Todaro
Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).