Raggiunto il picco i primi di dicembre, l’incidenza delle sindromi simil-influenzali è in diminuzione in tutte le fasce di età. I bambini restano i più colpiti da virus influenzale e RSV
Nella prima settimana del 2023 la curva epidemica delle sindromi simil-influenzali continua la sua discesa. Il picco è stato raggiunto i primi di dicembre, con numeri più elevati rispetto alle ultime epidemie influenzali stagionali e con un anticipo di qualche settimana rispetto agli altri anni.
SUPERATO IL PICCO
Come emerge dai bollettini della rete di sorveglianza Influnet, diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità, nel corso della 48esima settimana del 2022, tra fine novembre e i primi di dicembre stavamo attraversando il picco stagionale. L’incidenza delle sindromi simil-influenzali era pari a 15,79 casi per mille assistiti. A partire dalla settimana successiva i casi sono diminuiti, fino ad arrivare, nella prima settimana di gennaio, ad un’ incidenza totale pari a 10,38 casi per mille assistiti (12,3 nella settimana precedente), che ricade in una “fascia di intensità media” . Nella prima settimana del 2023 i casi stimati di sindrome simil-influenzale, rapportati all’intera popolazione italiana, sono circa 612.000, per un totale di circa 7.497.000 casi a partire dall’inizio della sorveglianza.
I BAMBINI RESTANO I PIU’ COLPITI
L’incidenza delle sindromi simil-influenzali è in diminuzione in tutte le fasce di età, ma i bambini al di sotto dei cinque anni di età restano i più colpiti con incidenza pari a 24,6 casi per mille assistiti (33,7 nella settimana precedente). Nella fascia di età 5-14 anni, invece, l’incidenza scende a 10,61, tra i 15-64 anni a 10,34 e tra gli over 65 anni a 6,63 casi per mille assistiti.
VIRUS DIVERSI PER FASCE DI ETA’
Non dimentichiamo che il numero di sindromi simil-influenzali è sostenuto, oltre che dai virus influenzali, anche da altri virus respiratori, tra i quali il virus respiratorio sinciziale e il SARS-CoV-2. Ogni fascia di età presenta le proprie peculiarità. Dall'analisi, ad esempio, è emerso che nei soggetti sotto i due anni il 54,9% dei campioni è positivo a Rsv, il 30,4% a influenza e il 2,6% a Sars-CoV-2. Molto diversa la proporzione tra 2 e 4 anni, in cui oltre la metà dei campioni è positivo per influenza, mentre il peso dell'Rsv scende. Negli anziani che hanno sintomi respiratori, invece, prevale il virus dell'influenza, che in generale è in calo in tutte le fasce di età. Durante l’ottava settimana di sorveglianza virologica per la stagione 2022/2023, la circolazione dei virus influenzali sul territorio nazionale risulta in progressiva diminuzione e si registra un ulteriore calo nella proporzione dei campioni risultati positivi per influenza (17,2%), rispetto alla settimana precedente (24%). Nel complesso, dall’inizio della stagione, sono stati identificati 3.868 virus influenzali di tipo A e 51 di tipo B. Nell’ambito dei virus A, il sottotipo H3N2 è ancora prevalente.
CONTINUIAMO A VACCINARCI
Ora che il picco è stato raggiunto, ha ancora senso vaccinarsi?
«Nonostante siamo al picco influenzale – ha spiegato Alessandro Rossi, Responsabile Patologie Acute SIMG - è ancora opportuno, seppur tardivamente, vaccinarsi, oltre che mantenere le buone norme volte a limitare i contagi. Si consiglia dunque di seguire le indicazioni già promosse in un decalogo dalla nostra società scientifica: oltre a effettuare i vaccini contro COVID-19 e influenza e relativi richiami, si raccomanda di utilizzare la mascherina in luoghi chiusi ed affollati, permettere un ricambio d’aria durante riunioni e pasti, evitare contatti in caso di malattia respiratoria acuta, eseguire un test per COVID in caso di sintomi sospetti, disinfettarsi le mani frequentemente, prediligere spazi aperti per eventuali incontri, limitare i contatti fisici, moltiplicare le accortezze a fronte di persone anziane o fragili».
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Caterina Fazion
Giornalista pubblicista, laureata in Biologia con specializzazione in Nutrizione Umana. Ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste e il Master in Giornalismo al Corriere della Sera. Scrive di medicina e salute, specialmente in ambito materno-infantile