I salti di specie si stanno facendo più frequenti. Una caratteristica che potrebbe rendere più difficile il contenimento del virus negli allevamenti delle mucche da latte
![H5N1: quando il virus passa dagli uccelli ai bovini](https://www.fondazioneveronesi.it/uploads/thumbs/2025/02/10/gettyimages-1327386580_thumb_720_480.jpg)
Che cosa sta accadendo negli Stati Uniti con l'epidemia del virus H5N1 nei bovini? Nei giorni scorsi il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) ha segnalato la presenza di una nuova variante del virus in quattro allevamenti di bovini da latte in Nevada. La novità, non positiva, è che questa variante è geneticamente distinta da quella che ha causato il principale focolaio tra i bovini nell'ultimo anno e mezzo. Un fatto che indica in maniera chiara un avvenuto nuovo salto di specie del virus, circostanza che solleva preoccupazioni sulla capacità del virus di adattarsi e diffondersi ulteriormente tra i mammiferi, uomo compreso. Ecco tutto quello che c'è da sapere sul virus.
COS'È L'INFLUENZA AVIARIA?
L'influenza aviaria, conosciuta anche come influenza degli uccelli, è una patologia causata da virus influenzali di tipo A che infettano principalmente i volatili. Tali virus, seppur raramente, possono anche infettare altri animali e, ancor più raramente, gli esseri umani. Come tutti i virus influenzali, quello aviario possiede un elevato tasso di mutazione che lo rende particolarmente suscettibile a dare vita a numerosi ceppi virali. Quello più famoso è H5N1: identificato in Scozia nel 1959, il virus ha guadagnato notorietà nel 1997 quando è stato segnalato per la prima volta un focolaio significativo ad Hong Kong. In quell'occasione il virus causò la morte di sei persone infettandone 18 segnando la prima trasmissione documentata direttamente dagli uccelli agli esseri umani. Come per tutte le infezioni da influenza da animale, le rare infezioni nell'uomo e in altri animali di specie differenti avvengono principalmente attraverso il contatto diretto con animali infetti o ambienti contaminati.
IL PASSAGGIO DAI VOLATILI ALLE MUCCHE
Nonostante il virus sia presente da tempo, ad accendere i riflettori su H5N1 sono stati i primi casi di infezione nei bovini. Il primo focolaio di H5N1 nei bovini da latte è stato identificato all'inizio del 2024, probabilmente in Texas, e si è poi diffuso in almeno 16 stati americani, colpendo oltre 950 allevamenti. L’infezione si è diffusa tra i bovini probabilmente attraverso il contatto con latte contaminato o attrezzature di mungitura. Saltuariamente il virus è passato anche all'uomo -specialmente i lavoratori delle fattorie- tramite il contatto con gli animali infetti.
LA SITUAZIONE NEGLI STATI UNITI
Fino ad oggi la variante virale circolante nei bovini apparteneva alla famiglia 2.3.4.4b, la stessa responsabile della diffusione tra gli uccelli. Ora, la scoperta della nuova variante in Nevada (D1.1) direttamente trasmessa dagli uccelli selvatici ai bovini e non correlata a quella circolante tra i bovini, indica che il virus ha compiuto almeno due distinti "salti di specie" in un breve arco di tempo: il primo responsabile dell'epidemia nata ad inizio 20204, il secondo responsabile delle infezioni nel Nevada.
L'IMPORTANZA DEL MONITORAGGIO
Questo doppio salto di specie, unito ad uno studio recentemente pubblicato su Nature in cui si teorizza la possibilità che basti una singola mutazione per passare da animale a uomo, non è affatto da trascurare. Il monitoraggio è più che mai essenziale per individuare tempestivamente nuove varianti e comprendere l’evoluzione del virus. Più il virus circola, più aumenta il rischio che possa trasformarsi in una minaccia concreta per la salute pubblica.
Fonti
![Daniele Banfi](/uploads/thumbs/2024/02/20/fuvritratti-657_thumb_250_250.jpeg)
Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.