Eccedere con gli alcolici fa rallentare la sintesi di materia bianca, che protegge e accelera la comunicazione tra neuroni. Le cicatrici nel cervello di un teenager restano poi nell’adulto
A «bere un po'», si sentono grandi. Ma nell’adolescenza, quel «po'» può costituire un rischio serio. Più che nell’età adulta. E questo perché nella età di mezzo tra l’infanzia e la giovinezza, il cervello è in formazione e l’alcol può intralciare, in diversi modi, quel processo. L’esito si ritroverà, poi, fissato stabilmente nel cervello adulto. Già diversi studi hanno indicato questa strada. Ora un gruppo di scienziati guidati da Adolf Pfefferbaum, che è uno dei principali ricercatori nel Consorzio statunitense su alcol e neurosviluppo nell’adolescenza (Ncanda), ha preso in esame 483 ragazzi di età compresa tra 12 e 21 anni che ancora non avevano cominciato a bere alcolici e li ha nuovamente sottoposti a esame dopo un anno e dopo due anni. A ogni incontro, i giovani venivano interrogati sul loro consumo o meno di alcolici e di marijuana. Il mezzo di controllo e misurazione scelto è stata la risonanza magnetica per imaging cerebrale. Lo studio è stato pubblicato sull’American Journal of Psychiatry.
Alcol e minori: quello che i ragazzi non sanno
PRIMI CONSUMI E SEGNI PRECOCI
Nel tempo, si racconta, 127 dei giovani sotto controllo hanno cominciato a bere alcolici. Se all’inizio erano, come gli altri 356, non bevitori o molto limitati bevitori, dopo due anni 65 erano divenuti - secondo le quantità fissate dai ricercatori - moderati bevitori e 62 forti bevitori. Esaminando i referti della risonanza magnetica per imaging i ricercatori hanno constatato che nel cervello dei ragazzi che erano rimasti astemi o lievi bevitori si stava verificando una riduzione della materia grigia e un aumento della materia bianca. Nei 127 soggetti di forti o meno forti bevitori avveniva lo stesso processo, ma con tempi cambiati: la materia grigia declinava molto rapidamente al contrario della materia bianca che si espandeva più lentamente. «Questo prova che il deragliamento della materia bianca e della materia grigia è presente già nei primi stadi di alti consumi alcolici», osservano i ricercatori. A commentare lo studio interviene Giovanni Migliarese, psichiatra e psicoterapeuta presso l’Ospedale Fatebenefratelli di Milano dove si è dedicato a diversi progetti mirati ai giovani, che ha scritto con Claudio Mencacci il libro «Quando tutto cambia – La salute psichica in adolescenza» (Pacini editore).
UNA POTATURA BENEFICA
«Un primo aspetto: lo studio sottolinea l’importanza di tutelare le neurotrasformazioni che avvengono in questa età di mezzo perché poi resteranno nel cervello adulto», esordisce Migliarese. E spiega: «Questa è l’epoca in cui avviene una prima potatura sinaptica. Significa che nell’infanzia è come se tutte le potenzialità fossero aperte, per cui si creano molte sinapsi in tante direzioni. Poi viene l’adolescenza che comincia a portarti verso dove vuoi andare e il surplus di sinapsi viene potato, tagliato via, per rafforzare quelle che devono restare. La regola con le sinapsi è: usala o perdila». Insieme avviene il processo di mielinizzazione: la mielina è la guaina bianca che va a ricoprire gli assoni (il principale prolungamento di un neurone) e li rende più veloci nella comunicazione. Questi fenomeni si scoprono in effetti con la risonanza magnetica e mostrano come la materia bianca nell’adolescenza aumenti. «Con la mielina attorno agli assoni è come se venisse cablato il sistema fatto di connessioni neurali», afferma Migliarese.
Più alcol si beve, più batte forte il cuore (e non è un bene)
LA «CICATRICE» E’ UN FRENO
Quanto alla materia grigia che nell’adolescenza diminuisce, lo psichiatra spiega che non si tratta dell’effetto della potatura. Niente viene scartato. In realtà è come se la materia grigia si compattasse di più, fosse più organizzata, perciò sembra meno. E veniamo all’alcol: «Interviene a influenzare questo meccanismo celebrale, in particolare rallenta la materia bianca. E se fai un tot di abusi alcolici in un mese si avrà un effetto sul tuo sviluppo cerebrale, come una cicatrice. L’adolescenza è importante quanto lo è l’infanzia e se è mal curata darà problemi da adulti. Così, se hai delle cicatrici sarai più debole di un altro, perché si modifica il cambiamento fisiologico del cervello». Le cosiddette «cicatrici» non dipendono solo dall’alcol: le lasciano vissuti traumatici, esperienze di tipo particolare, l’uso di droghe. La loro presenza rende il sistema cerebrale meno elastico, dunque nell’adulto si adatterà meno con conseguente maggiore facilità a contrarre patologie.
ALCOL E CANCRO: UN RISCHIO EVITABILE
APPELLO AI GENITORI
«Anche sul piano esterno, se un ragazzo beve, beve troppo, non potrà studiare, perderà un anno scolastico e quell’anno non è recuperabile, è perso e basta. Occorre sensibilizzare i genitori: attenzione all’adolescenza, dovete essere presenti, non è finito il vostro compito con l’infanzia dei figli. Dovete esserci. L’adolescenza ha bisogno del vostro supporto».
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Serena Zoli
Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.