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Oncologia
Daniele Banfi
pubblicato il 13-02-2023

Un gel Car-T dopo l'operazione per ridurre il rischio recidiva



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Eliminare le cellule residue che sfuggono all'occhio del chirurgo. Un aiuto potrebbe arrivare dalle Car-T somministrate localmente

Un gel Car-T dopo l'operazione per ridurre il rischio recidiva

Un gel Car-T, somministrato immediatamente la rimozione chirurgica del tumore, riduce enormemente il rischio di recidiva. Il risultato, ottenuto per il momendo in modello animale, dimostra come in futuro l'utilizzo delle Car-T potrebbe diventare un'utile strategia per eliminare le cellule residue "sfuggite" al bisturi riducendo così la possibilità che il tumori si ripresenti. A mostrarlo è uno studio pubblicato sulle pagine della rivista Science Advances ad opera dei ricercatori della Penn's Perelman School of Medicine di Philadelphia.

COSA FARE DOPO LA CHIRURGIA?

Una delle maggiori sfide per un chirurgo oncologo è rimuovere integralmente il tumore che ha davanti. Eppure i confini tra tessuto sano e tessuto malato non sono sempre così evidenti. Ecco perché, nonostante i grandi progressi fatti, è possibile che durante l'operazione possano sfuggire alcune cellule cancerose in grado di replicarsi e dare luogo nuovamente alla malattia. Per questa ragione da molti anni vengono impiegate diverse strategie post-intervento per ridurre al minimo le possibilità che ciò si verifichi. Radioterapia e chemioterapia adiuvante sono due degli esempi di approcci più utilizzati per cercare di eliminare la malattia residua invisibile al chirurgo. In futuro però a queste strategie potrebbe essere affiancata la somministrazione delle Car-T.

COSA SONO LE CAR-T?

Negli ultimi anni, complice il progresso nelle tecniche di manipolazione del Dna, gli scienziati sono riusciti a creare terapie su misura basate sulla modificazione delle cellule del nostro sistema immunitario affinché queste riescano ad attaccare con maggiore forza le cellule tumorali. Le Car-T sono proprio questo: cellule del malato (linfociti T), opportunamente modificate in laboratorio e poi reinfuse nella persona, capaci di "vedere" e "distruggere" il tumore. In particolare queste cellule vengono modificate in modo tale che esprimano sulla propria superficie il recettore Car capace di riconoscere particolari porzioni della cellula tumorale. Grazie a questo approccio diversi tumori del sangue che non rispondono alle terapie convenzionali sono stati trattati con successo.

LO STUDIO

Partendo da questo presupposto un gruppo di ricercatori statunitensi ha voluto testare la capacità delle Car-T nel ridurre il rischio di recidiva se somministrate direttamente, sotto forma di gel, a livello della resezione chirurgica. Gli scienziati hanno testato questo approccio in modello animale per neoplasie quali glioblastoma, tumore del pancreas e tumore del seno triplo-negativo. Le Car-T create per l'occasione avevano la capacità di attaccare la mesotelina, una proteina particolarmente presente sulla superficie di diversi tumori. Obbiettivo primario dello studio era quello di confrontare la capacità di eliminare la malattia in presenza di gel Car-T rispetto alle Car-T somministrate a livello sistemico. Dalle analisi riguardanti il glioblastoma è emerso con il gel in 9 animali su 14 -a 90 giorni dall'operazione e dalla somministrazione- la malattia non era più rilevabile. Con le Car-T a livello sistemico invece solo 2 animali su 10 erano liberi da malattia.

Gli autori dello studio hanno poi testato la strategia anche nel modello animali di tumore al seno triplo-negativo e del pancreas. In questo caso gli scienziati hanno rimosso il 75% del tumore lasciando il restante 25%. Successivamente hanno simmonistrato le Car-T in gel, le Car-T a livello sistemico e in alcuni casi nulla, osservando nel tempo l'evoluzione della malattia. A 90 giorni dall'intervento tutti gli animali trattati con il gel erano ancora vivi, solo il 25% quelli trattati con Car-T a livello sistemico e nessuno tra quelli trattati con la sola chirurgia.

LE PROSPETTIVE FUTURE

Quanto ottenuto è l'evidenza che la somministrazione locale di Car-T può essere una strategia utile per controllare la malattia in seguito alla chirurgia. Strategia che, tra le altre cose, si è dimostrata estremamente meno impattante come effetti collaterali rispetto alla somministrazione sistemica. I ricercatori, in base ai risultati ottenuti, hanno ora avviato una sperimentazione negli esseri umani ed in particolare hanno dato notizia dell'inizio di un trial clinico con gel Car-T per il trattamento del tumore al seno localmente avanzato

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Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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