Una ricerca USA sulla ricostruzione mammaria dopo un tumore al seno mostra un aumento delle complicanze con l'aumentare dell'età. Ecco che cosa dice l'esperto
La ricostruzione del seno post mastectomia per un tumore alla mammella può essere più rischiosa per le donne non più giovanissime e in particolare per quelle over 65? E sono necessarie cautele particolari?
CHE COSA CI DICE UN RECENTE STUDIO AMERICANO
Secondo un recente studio apparso su Plastic and Reconstructive Surgery, la rivista medica ufficiale dell’American Society of Plastic Surgeons (ASPS), ci sarebbe infatti un certo rischio di complicanze operatorie che aumenta con l'età avanzata. Premesso che la ricostruzione del seno determina importanti benefici psicologici per le donne sottoposte a mastectomia per il trattamento del cancro al seno, studi precedenti avevano suggerito che l’età “non dovrebbe essere un fattore deterrente”. Il reale impatto dell’età sull’esito dell’intervento era però poco chiaro per il ridotto campione a disposizione. Poco più del 6%delle donne sottoposte a ricostruzione ha infatti più di 60 anni. Ma per giungere a una valutazione più precisa e rigorosa, Jonas A. Nelson e i colleghi del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York hanno hanno analizzato 4.730 pazienti sottoposte alla ricostruzione post mastectomia presso il centro oncologico tra il 2017 e il 2022.
CON L’ETÀ CAMBIA IL RISCHIO DI COMPLICANZE
Ciò che è emerso è relativo a tre tipi di possibili complicazioni: infezione, rottura (necrosi) del lembo cutaneo utilizzato per la ricostruzione e accumulo di liquido (siero) sotto la ferita. Per tutte e tre le complicanze, il rischio aumentava leggermente per ogni anno in più di età. Per ogni aumento di età di 10 anni, il rischio di infezione aumentava, invece, del 10% mentre il rischio di necrosi cutanea e di presenza di siero aumentava del 20%.
DONNE MATURE PIÙ SICURE DI SÈ
Lo studio ha anche esaminato il livello di soddisfazione delle pazienti e l’impatto sulla qualità di vita, valutati utilizzando il questionario validato “BREAST-Q”. Ciò che è emerso è che l’età avanzata fosse associata a punteggi più bassi in termini di soddisfazione per quanto riguarda l’aspetto del seno e la vestibilità dell’abbigliamento. Al contrario, la ricerca ha messo in evidenza come l’età avanzata fosse collegata a punteggi più alti per quanto concerne il benessere psicosociale, legato a fattori come l’immagine corporea e la fiducia in se stesse nei contesti sociali.
L'ESPERTO: L’ETÀ NON È DI PER SÉ UNA CONTRONDICAZIONE
«Il presupposto di partenza è il desiderio della donna - spiega Mario Rietjens, direttore della divisione di Chirurgia Plastica dell’Istituto europeo di oncologia di Milano (IEO) -. La sua volontà di ricostruire il seno è una condizione indispensabile. Ovviamente poi deve essere valutato in maniera accurata il contesto, a cominciare dalle caratteristiche fisiche della paziente in questione. L’età anagrafica infatti non sempre coincide con quella reale e concreta. Quindi non esiste in sé un rischio aumentato in relazione all’età, ma alla situazione specifica. Vanno infatti esaminate in maniera attenta e scrupolosa le condizioni oncologiche, anche se in genere, i tumori che si manifestano in età più avanzata sono tendenzialmente meno aggressivi e necessitano quindi, in genere, di meno terapie (radio e chemio)».
MOLTO DIPENDE DAL TIPO DI CHIRURGIA
Inoltre, osserva ancora il dottor Rietjens, le ricostruzioni effettuate negli Stati Uniti sono «più complesse e invasive di quelle messe a punto in Europa e in Italia. La chirurgia americana, che prevede l’utilizzo di lembi autologhi (lembi provenienti da altre aree del corpo della donna come addome o glutei, ndr), in genere con l’impiego della microchirurgia, comporta infatti operazioni più lunghe e complesse, anche della durata di sei-otto ore. Mentre in Italia un intervento di ricostruzione, che prevede l’utilizzo di espansori cutanei o protesi definitive, si esegue in venti-trenta minuti. Il tempo suppletivo rispetto a quello della mastectomia non è, dunque, così rilevante. I risultati, a livello estetico, sono buoni in entrambi i casi».
ACCOMPAGNARE LA DONNA NELLA SCELTA
«Altri aspetti che devono essere valutati prima di una ricostruzione sono la presenza di eventuali altre patologie o fattori di rischio, come problemi cardiologici o diabete. Quindi, in sintesi, ciò che è imprescindibile, è l’analisi attenta della situazione della singola paziente – conclude Mario Rietjens -. Si tratta di una valutazione “ad personam” che riguarda molteplici aspetti in grado di determinare un quadro completo e quindi l’indicazione chirurgica da discutere con la donna in base ai suoi desiderata».
Paola Scaccabarozzi
Giornalista professionista. Laureata in Lettere Moderne all'Università Statale di Milano, con specializzazione all'Università Cattolica in Materie Umanistiche, ha seguito corsi di giornalismo medico scientifico e giornalismo di inchiesta accreditati dall'Ordine Giornalisti della Lombardia. Ha scritto: Quando un figlio si ammala e, con Claudio Mencacci, Viaggio nella depressione, editi da Franco Angeli. Collabora con diverse testate nazionali ed estere.