Nei pazienti con tumore al polmone rimosso chirurgicamente, l'utilizzo di una terapia target adiuvante riduce drasticamente il rischio di recidiva. Il risultato presentato al congresso ASCO di Chicago
Osimertinib, una terapia a target molecolare già utilizzata nelle persone con tumore del polmone positive alla mutazione EGFR, utilizzato dopo la rimozione chirurgica della massa tumorale riduce notevolmente le probabilità che il tumore si ripresenti rispetto all'utilizzo della chemioterapia. Un risultato importante destinato a cambiare l'approccio attuale su questo tipo di pazienti. I risultati sono stati presentati a Chicago al congresso dell'American Society of Clinical Oncology, il principale appuntamento mondiale dedicato alla lotta al cancro.
TUMORE DEL POLMONE EGFR POSITIVO
I dati lasciano poco spazio alle interpretazioni. Come lo fu per il melanoma, l'immunoterapia sta dando un grande contributo nella lotta al cancro del polmone. I tumori di questo organo però non sono tutti uguali. Non tutte le forme di tumore al polmone però necessitano dell'immunoterapia. E' questo il caso dei tumori al polmone non a piccole cellule (NSCLC) positivi ad alcune mutazioni come, ad esempio, quelli EGFR positivi. Da inizio gennaio anche nel nostro Paese è disponibile osimertinib, un farmaco specifico contro i tumori che presentano questa mutazione e che è possibile utilizzare come prima strategia di cura.
EVITARE LE RECIDIVE
Esistono però dei casi in cui fortunatamente il tumore al polmone è ancora localizzato e quindi è possibile rimuoverlo tramite chirurgia. La rimozione però non sempre è sinonimo di guarigione: come per il tumore al seno, in molti casi è utile sottoporre il paziente ad un trattamento adiuvante per ridurre al minimo le possibilità che la malattia si presenti. Per questo tipo di tumore al polmone, le probabilità di andare incontro a recidiva o morte a 5 anni dall'operazione sono comunque non trascurabili dopo la chemioterapia. Si va da un 45% per la forma localizzata IB al 75% per la forma localmente avanzata in fase III.
OSIMERTINIB RIDUCE IL RISCHIO CHE LA MALATTIA SI RIPRESENTI
Uno scenario destinato a cambiare radicalmente grazie all'utilizzo dei farmaci a bersaglio molecolare. Lo studio ADAURA presentato ad ASCO ha coinvolto 682 pazienti con tumore del polmone EGFR positivo in stadio IB/II/IIIA asportato per via chirurgica e, in parte, sottoposti a chemioterapia. Metà dei pazienti poi sono stati trattati con osimertinib, l'altra metà con placebo. Dalle analisi è emerso che nei pazienti (II-IIIA) trattati con il farmaco le probabilità di andare incontro a recidiva o morte si sono ridotte dell'83% rispetto agli individui trattati con placebo. Non solo, a distanza di due anni dal trattamento la sopravvivenza libera da malattia, ovvero la percentuale di persone in cui non si registra la ricomparsa della malattia, è risultata del 90% nel gruppo che ha ricevuto osimertinib rispetto al 44% del gruppo placebo. Risultati molto simili si sono ottenuti considerando tutte gli stadi di sviluppo del tumore (dal IB a IIIA): in questo caso si è registrato un rischio di andare incontro a recidica o morte del 79% mentre la sopravvivenza libera da malattia a due anni è stata del 89% con osimertinib rispetto al 53% del placebo.
CAMBIA LO STANDARD DI CURA
Risultati importanti, quelli illustrati ad ASCO, destinati a cambiare la pratica clinica per questo tipo di tumore. "Osimertinib -commenta Richard Schilsky, Vice President di ASCO- rappresenta già ora la prima scelta di trattamento per carcinoma polmonare avanzato non a piccole cellule con mutazione EGFR. Il miglioramento della sopravvivenza libera da malattia visto in questo studio supporta fortemente l'uso di questa terapia anche nello stadio precoce in cui è comunque significativo il rischio di recidiva nonostante il trattamento chirurgico e la chemioterapia".
Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.