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Oncologia
Daniele Banfi
pubblicato il 22-08-2022

Tumore del colon: attività fisica per ridurre il rischio recidiva



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Praticare attività fisica in maniera costante riduce enormemente il rischio di recidiva per i tumori del colon-retto. I risultati pubblicati sul Journal of Clinical Oncology

Tumore del colon: attività fisica per ridurre il rischio recidiva

Nei pazienti operati per tumore del colon-retto, un'attività fisica costante riduce enormemente il rischio di recidiva. E' questo, in estrema sintesi, il messaggio che emerge da uno studio pubblicato sulle pagine del Journal of Clinical Oncology, la rivista ufficiale dell'American Society of Clinical Oncology. Il messaggio è chiaro: il movimento non è solo utile in chiave preventiva ma aiuta in maniera significativa a ridurre le probabilità che il tumore si ripresenti.

QUANTO È DIFFUSO IL TUMORE DEL COLON-RETTO?

Secondo i numeri dell'Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), ogni anno in Italia sono circa 48 mila le nuove diagnosi di tumore del colon-retto. Grazie alle attività di screening una buona quota di queste neoplasie viene diagnosticata quando non è ancora in metastasi, aumentando considerevolmente le probabilità di guarigione. Dal 2015 ad oggi, ad esempio, grazie alla diagnosi precoce e a terapie mirate, la mortalità per questo tumore è diminuita del 15%.

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IL RUOLO DELLA CHEMIOTERAPIA ADIUVANTE

A differenza dei tumore del colon in primo stadio, facilmente rimuovibili grazie alla chirurgia, quelli diagnosticati in fase III presentano un rischio di recidiva elevato. Per questa ragione, come per molti tumori, i pazienti vengono sottoposti a chemioterapia adiuvante per evitare il rischio che il tumore di ripresenti. Ad inizio anni duemila diversi studi hanno dimostrato che la miglior combinazione per ridurre al minimo questo rischio è rappresentata dall'utilizzo dell’oxaliplatino alla fluoropirimidina.

NON SOLO CHEMIOTERAPIA

Ma per ridurre ulteriormente questo rischio esistono altre potenziali tipologie di intervento come l'alimentazione, l'utilizzo di aspirina e FANS e una costante attività fisica. Lo studio da poco pubblicato ha voltuo indagare proprio quest'ultimo intervento partendo dal presupposto che già diversi altri studi sembrano indicare un vantaggio nel praticare sport per ridurre il rischio di recidiva.

LO STUDIO

Lo studio, che ha visto coinvolti quasi duemila individui operati con successo per tumore del colon-retto in fase III ad alto rischio di recidiva, aveva come obbiettivo la valutazione della DFS (la disease free-survival, ovvero il tempo che intercorre tra l'operazione di rimozione del tumore ed un eventuale ritorno della malattia) in relazione alla quantità di attività fisica effettuata. In paricolare questo parametro è stato valutato il base alla MET, una misura del consumo metabolico necessario per una qualsivoglia attività fisica e corrisponde al rapporto tra la quantità di ossigeno utile per svolgere un minuto di tale attività e la quantità di ossigeno minima indispensabile durante il riposo. Le attività erano ritenute a intensità bassa o moderata se prevedevano un dispendio inferiore ai 6 MET, mentre erano considerate di attività vigorosa se con un dispendio maggiore a 6 MET.

I RISULTATI

Dalle analisi è emerso che a 3 anni di distanza dalla diagnosi, sul totale dei pazienti la DFS era pari al 76,5% nelle persone che svolgevano una scarsa attività fisica. Per contro, in quelli che svolgevano attività ad alta intensità la DFS era dell'87,1%. Scorporando i risultati in base alla intensità dell’attività fisica condotta, per le attività fisiche ad intensità bassa o moderata la DFS a tre anni migliorava di oltre 20% assoluto se le attività erano regolarmente effettuate per almeno 2 ore a settimana. Per le attività ad alta intensità invece il vantaggio si otteneva se esse erano condotte per almeno 1 ora a settimana. Non solo, anche il camminare a passo veloce per almeno tre ore a settimana ha portato ad un miglioramento del 6% nela DFS. Risultati che dimostrano quanto sia importante, specialmente dopo la chemioterapia adiuvante, praticare una costante attività fisica per ridurre al minimo il rischio di recidiva

 

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Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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