Nelle donne in post-menopausa con tumore al seno un'alimentazione bilanciata e con pochi grassi diminuisce le probabilità di morte. I risultati saranno presentati ad ASCO
Una dieta bilanciata e povera di grassi è in grado di ridurre la mortalità per tumore al seno nelle donne in post-menopausa. Il risultato, frutto dell'analisi su oltre 49 mila donne statunitensi, indica ancora una volta l'importanza della dieta in chiave preventiva, anche in caso di malattia. Lo studio, realizzato nell'ambito della Women’s Health Initiative del governo USA, verrà presentato nel corao del prossimo congresso dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO).
ALIMENTAZIONE COME PREVENZIONE
L'alimentazione, è risaputo, gioca un ruolo cruciale nel prevenire numerose malattie tra cui alcune forme tumorali. Meno scontato è invece il ruolo della dieta nel determinare la salute futura dopo una diagnosi di tumore. Se tante sono infatti le prove in merito alla riduzione del rischio di ammalarsi di cancro conducendo uno stile alimentare salutare, per quanto riguarda le evidenze sugli effetti dell’alimentazione ed una guarigione dal tumore in termini di riduzione di tempi e diminuzione dell’insorgere delle recidive siamo in possesso ancora di pochi studi significativi sull’argomento.
RIDURRE LE CALORIE DERIVANTI DAL GRASSO
Il primo a chiarire in maniera solida la relazione tra possibilità di sopravvivenza al tumore al seno -nelle donne in post-menopausa- e un corretto regime alimentare è lo studio da poco divulgato dall'ASCO. I ricercatori hanno esaminato 49 donne in post-menopausa - età compresa fra 50 e 79 anni senza precedenti storie di cancro al seno - per comprendere l'impatto della dieta su una serie di parametri. In particolare gli scienziati hanno diviso i partecipanti in due gruppi: nel primo erano comprese le donne con un'alimentazione in cui il grasso costituiva il 32% o più delle calorie giornaliere. Nel secondo seguivano la dieta prevedeva un massimo di grassi pari al 20% e almeno una porzione di verdura, frutta e cereali nella giornata. Dopo la dieta - durata otto anni, dal 1993 al 1998 - i ricercatori hanno continuato a seguire le donne monitorandone la salute e le cause di eventuale decesso.
MENO GRASSI, MENO PROBABILITA' DI DECESSO
Dalle analisi, come era lecito aspettarsi, ad una dieta bilanciata e povera di grassi è corrisposto un miglioramento dello stato di salute generale a breve e nel lungo termine. Delle 49 mila donne coinvolte, dal 1993 al 2013 si sono registrati 3347 casi di tumore al seno. Andando ad analizzare nello specifico la mortalità nelle donne colpite dalla malattia è emerso che aver seguito una dieta bilanciata correla con una diminuzione della probabilità di morte del 15% per qualsiasi causa. Non solo, la percentuale arriva al 21% se si considera il rischio di morte per tumore al seno. «La dieta - come spiega Rowan Chlebowski del Los Angeles Biomedical Research Institute, autore dello studio - influenza il nostro rischio di morire di cancro».
Fonti
Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.