In seguito al nostro articolo "Che fine ha fatto l'antitumorale cubano?" sono arrivati in redazione diversi commenti e richieste di chiarimenti. Per fugare ogni dubbio pubblichiamo il testo del professor Filippo De Braud

"Ho grande rispetto per chi cerca una speranza e, al momento stesso, comprensione per lo scetticismo e la diffidenza nei confronti di noi medici ricercatori che ammettiamo di non avere evidenze per confermare le promesse e possiamo solo limitarci ad accettare senza pregiudizi delle ipotesi come quella che un veleno possa avere proprietà antitumorali. Ricordo però che è molto facile fare promesse ma è molto più difficile mantenerle. Chi fa le promesse è il primo ad avere il dovere di dimostrare la fondatezza delle proprie ipotesi e non scaricare su altri queste responsabilità.
Premesso ciò devo replicare alla domanda che più frequentemente mi viene rivolta: posso prendere l'Escozul? Per rispondere occorre prima precisare che Labiofarm, l'azienda produttrice, ha distribuito il prodotto a decine di migliaia di persone ma senza fornire dati di farmacologia del loro prodotto e tantomeno da studi clinici, come è possibile verificare nei siti che raccolgono tutti i risultati della ricerca medica. Quindi le informazioni che noi abbiamo, che peraltro sono sempre indirette, si riferiscono a diversi preparati (probabilmente anche omeopatici) e con differenti posologie di cui non è noto il razionale .
La mancanza di informazioni disponibili nei canali tradizionali della comunità scientifica e il fatto che sino ad ora si sia trattato di una gestione “cubana” sia in termini di comunicazione che di distribuzione del farmaco limita molto la possibilità di dare consigli a chi per esempio chiede se si possa associare Escozul a chemioterapici.
Inoltre questo non ha di certo giovato sul piano della possibilità di produrre informazioni scientifiche concrete. Al momento tutto quello che la comunità scientifica conosce riguardo del preparato deriva dalla sola esperienza dei pazienti e non da sperimentazioni documentate.
Per queste ragioni non posso consigliare con cognizione di causa a un paziente se assumere o meno l'Escozul semplicemente perchè non possiedo le informazioni sufficienti. Sarebbe dunque auspicabile prima provare a formalizzare la raccolta di informazioni (almeno su eventuali effetti collaterali) e su questa coordinare una concreta e reale discussione. In assenza di ciò non è pensabile trarre delle conclusioni solamente “per sentito dire” su un social network o più in generale sul web".
Filippo De Braud
CHI E' L'ESPERTO: Filippo De Braud è direttore della Divisione di Farmacologia clinica e Nuovi farmaci presso l'IEO di Milano. Autore o coautore di oltre 150 pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali e nazionali e di 30 capitoli di libri, ha partecipato attivamente (con presentazioni orali o di “poster”) a più di 300 riunioni scientifiche prevalentemente a livello internazionale. Invitato come opinion leader nel board scientifico di molteplici case farmaceutiche per lo sviluppo di nuovi farmaci è attualmente Principal investigator in 14 studi internazionali sullo sviluppo di nuovi farmaci in Oncologia. Ha svolto attività didattica presso la Facoltà di Farmacologia dell’Università degli studi di Milano nell’ambito del master in Farmacia oncologica, come esperto in terapie sperimentali “target oriented”. Tutor didattico e formativo per specializzandi in Oncologia italiani, svolge attività di tutoring anche per studenti statunitensi della Wayne State University di Detroit.