371mila nuovi casi di tumore stimati nel 2019. 2mila in meno rispetto all'anno precedente. Sopravvivenza in aumento: 63% delle donne e il 54% degli uomini vivi a 5 anni dalla diagnosi
Nel 2019 meno casi di tumore registrati rispetto all'anno precedente. 371mila diagnosi contro le 373mila del 2018. Tumore al seno, tumore del colon-retto e tumore del polmone le neoplasie più frequenti. Quasi 3 milioni e mezzo i nostri connazionali che vivono dopo la diagnosi di cancro, cifra in costante crescita. Il 63% delle donne e il 54% degli uomini vivi a 5 anni dalla diagnosi. E' questo, in estrema sintesi, il quadro che emerge dal volume “I numeri del cancro in Italia 2019”, presentato oggi all’Auditorium del Ministero della Salute e realizzato dalla collaborazione tra AIOM, AIRTUM, Fondazione AIOM, PASSI, PASSI d’Argento e SIAPEC-IAP.
I numeri del cancro in Italia 2019. Il report completo (file pdf)
LE NEOPLASIE PIU' FREQUENTI
Le cinque diagnosi più frequenti sono quelle della mammella (53.500 casi nel 2019, 500 nell'uomo), colon-retto (49mila), polmone (42.500), prostata (37mila) e vescica (29.700). In calo, in particolare, le neoplasie del colon-retto, dello stomaco, del fegato e della prostata e, solo negli uomini, i carcinomi del polmone, in aumento invece tra le donne (+2,2% annuo), per la diffusione dell’abitudine al fumo di sigaretta.
AUMENTANO I CASI DI TUMORE AL SENO
A differenza del 2018, si registrano più casi di tumore al seno. Attenzione però alle conclusioni affrettate: il tumore della mammella si conferma il più frequente nella popolazione, in crescita soprattutto nelle aree del Centro-Nord per l’estensione dei programmi di screening e della popolazione target (da 50-69 anni a 45-74): "quest’ultimo però -SPiega Stefania Gori, presidente AIOM- non costituisce un fenomeno negativo, perché vengono individuati in fase iniziale e con alte probabilità di guarigione molti tumori che, senza lo screening, sarebbero stati scoperti in stadio avanzato”. La sopravvivenza a 5 anni delle donne con tumore della mammella in Italia è pari all’87%. Non presenta eterogeneità elevata tra fasce di età: la sopravvivenza a 5 anni è pari al 91% nelle donne giovani (15-44 anni), 92% tra le 45-54enni, 91% tra le 55-64enni, 89% tra le 65-74enni, leggermente inferiore, 79%, tra le over 75.
TUMORE DEL POLMONE: PRIMA CAUSA DI DECESSO
La prima causa di morte oncologica in Italia è costituita dal carcinoma del polmone (33.838 decessi nel 2016), seguito da colon-retto (19.575), mammella (12.760), pancreas (12.049) e fegato (9.702). Il tumore del polmone (nel periodo 2003-2014) si conferma il primo big killer e mostra una tendenza in calo negli uomini (-1,6%) e in aumento nella popolazione femminile (+2,2%).
CURE SEMPRE PIU' ALL'AVANGUARDIA
I dati presentati indicano anche un costante aumento del numero degli italiani che vivono dopo una diagnosi di tumore. Nel 2019 si stima che gli italiani in vita dopo una diagnosi di tumore siano 3.460.025, equivalente al 5,3% dell’intera popolazione (un italiano su 19). Di queste persone, il 54% sono donne, il 46% gli uomini. Non solo, il 63% delle donne e il 54% degli uomini sono vivi a 5 anni dalla diagnosi. Almeno un paziente su quattro, pari a quasi un milione di persone, è tornato ad avere la stessa aspettativa di vita della popolazione generale e può considerarsi guarito. Alla base dei risultati diagnosi sempre più precoci e migliori terapie disponibili.
Andando ad analizzare in maniera più approfondita i dati, emerge che -nel maschio- le migliori sopravvivenze si registrano per i tumori del testicolo, della prostata e della tiroide; nelle donne per le neoplasie della tiroide, della mammella e per il melanoma. Nel genere femminile, la sopravvivenza per tutti i tumori è più alta di quella della popolazione maschile: questo vantaggio di genere si mantiene anche nelle singole sedi e può essere associato alla diversa diffusione di screening specifici (mammella e utero) e alla maggior propensione del genere femminile a aderire ai programmi di prevenzione/screening. La sopravvivenza a 5 anni più alta si registra, per gli uomini, in Valle D’Aosta (61%), Emilia-Romagna e Toscana (56%) e, per le donne, in Emilia-Romagna e Toscana (65%)
Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.