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Oncologia
Nicla Panciera
pubblicato il 28-11-2022

Le disuguaglianze sociali influiscono sulle cure anticancro



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Incidenza e mortalità per cancro non dipendono solo dalle caratteristiche della malattia. Le disuguaglianze socio-economiche, anche all'interno della stessa nazione, influenzano negativamente le probabilità di sopravvivenza

Le disuguaglianze sociali influiscono sulle cure anticancro

Le disuguaglianze socio-economiche nella mortalità per tumore sono ampie ed esistono ovunque in Europa per la maggior parte dei tumori. Non solo, c’è un chiaro «gradiente sociale»: il rischio di malattia e di morte aumentano al diminuire dello status socio-economico. Ad affermarlo è la prima mappatura delle disuguaglianze socioeconomiche nei tumori in Europa guidata dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro IARC di Lione, che ha condotto un’analisi comparativa tra e all’interno dei paesi del Vecchio continente e per tanti tipi di tumore. Un grande lavoro di recupero dei dati, laddove questi esistono, e di collaborazione tra Paesi.

 

DA CHE COSA DIPENDE IL RISCHIO DI MORIRE PER UN TUMORE?

È noto che il rischio di morire di cancro non è uguale per tutti e non dipende solo dalle caratteristiche biologiche del singolo individuo. Le differenze socioeconomiche hanno un notevole impatto sul rischio di ammalarsi e sugli esiti di malattia. Lo studio, apparso su The Lancet Regional Health – Europe, conferma e quantifica la correlazione tra differenze socioeconomiche e mortalità oncologica: «Diffondere questi dati è importante perché quantificano per la prima volta in maniera chiara l’importanza dei fattori sociali nello spiegare i pattern di cancro a livello individuale, nazionale e continentale, tema piuttosto trascurato rispetto ad altri più gettonati come ad esempio l’innovazione e le cure» commenta Salvatore Vaccarella, epidemiologo dei tumori allo Iarc e responsabile del lavoro che ha raccolto, analizzato e collegato i dati sulla mortalità dell'intera popolazione di diciotto paesi europei con dati relativi al livello di istruzione derivati dal censimento nel periodo 1990–2015. Per l’Italia, a disposizione del team di ricercatori solo i dati del Piemonte.

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POLMONE: LA DIFFERENZA LA FA LO STATUS SOCIOECONOMICO

Dall’analisi emerge che il tumore che maggiormente risente in valore assoluto delle differenze socioeconomiche è il tumore del polmone, dove la probabilità di decesso negli uomini a bassa scolarità è superiore del 50% rispetto a chi ha un elevato livello di istruzione. Seguono il tumore del colon-retto, della faringe, dello stomaco e della cervice uterina. «L'entità di queste disuguaglianze però varia molto tra i paesi, principalmente a causa delle notevoli differenze tra paesi nei tassi di mortalità tra gli individui di livello socioeconomico più basso, mentre i tassi di mortalità degli individui di livello socioeconomico più elevato sono più omogenei, e a livelli inferiori, tra i paesi» spiega Vaccarella. «Ciò implica che le differenze tra paesi nella mortalità per tumore sono in gran parte determinate dai livelli e dalle tendenze dei tassi di mortalità nei gruppi socioeconomici più bassi». Questi dati sono importanti anche perché misurano di quanto potrebbero essere ridotte le disuguaglianze nei tumori e, visto che alcuni paesi nella pratica fanno meglio, possono essere presi come esempio.

 

POCO CONTA LA NAZIONE

Lo studio mostra anche che per vari tipi di tumore per gli individui di alto livello socio-economico non fa molta differenza il Paese di residenza, avendo tutti una buona protezione dalla morte per cancro. Non si può dire lo stesso invece di chi appartiene a una classe svantaggiata, che ha un rischio di morire per questi tumori molto variabile da paese a paese. L’esempio più chiaro è quello del tumore alla cervice, dove «in alcuni paesi si vede bene che le differenze tra paesi sono in larga parte spiegate dall'alto livello di mortalità nelle donne di basso livello socioeconomico». Per esempio, mentre i tassi di mortalità di tumore della cervice per le donne con istruzione alta non sono mai superiori a 7 decessi per 100.000 donne in alcun paese Europeo, per le donne con istruzione bassa i tassi oltrepassano 40 morti per 100.000 in certi paesi dell’Europa dell’Est, arrivando a livelli simili a quelli di aree, tipo l’Africa Sub-Sahariana, con la più alta mortalità al mondo.

 

QUANTI DECESSI PER CANCRO IN EUROPA DIPENDONO DA DISUGUAGLIANZE?

Le dimensioni del fenomeno sono rilevanti: una parte sostanziale di decessi per cancro in Europa, circa il 32% negli uomini e il 16% nelle donne, e fino al 46% e al 24% nell'Europa baltica/centrale/orientale, è stata associata alle disuguaglianze di cui parliamo. Inoltre, anche se la mortalità per la maggior parte dei tipi di cancro sta diminuendo in tutte le fasce di popolazione, lo fa in misura inferiore tra i meno istruiti. Per altri tumori invece, i trend e le disuguaglianze socioeconomiche nella mortalità stanno aumentando rapidamente tra le donne, in particolare per il tumore del polmone e per altri tumori correlati al tabacco e all'alcol, e ciò accade anche nei paesi con una lunga tradizione di politiche di welfare e giustizia sociale eque, come i Paesi nordici.

 

IL NESSO FRA DISUGUAGLIANZE E SALUTE

Quali sono le ragioni? L’epidemiologo ricorda che «gli effetti di salute delle differenze socioeconomiche si spiegano con la maggior esposizione a fattori di rischio per il cancro, ma anche con la minore disponibilità e accesso alla diagnosi precoce, a programmi di screening e a trattamenti efficaci, progressivamente man mano che diminuisce il livello socioeconomico e con particolare impatto per le fasce più deboli della popolazione».

L’Italia, come altri paesi Mediterranei, sembra soffrire meno delle disuguaglianze sociali nei tumori. «I paesi dell'Europa meridionale se la cavano piuttosto bene, per motivi – non molto chiari ma – certamente non per le politiche sociali o sanitarie egualitarie, che non sono particolarmente forti in questi paesi. Le ragioni possono essere diverse e includono il fatto che l'epidemia del fumo è arrivata un po’ in ritardo rispetto ad altri paesi; il ritardo nell'espansione dell'istruzione superiore, con laureati ancora meno numerosi e probabilmente meno isolati socialmente che in altri Paesi europei; forse anche il fatto che un gruppo più numeroso e più istruito sia emerso dopo rispetto ad altri paesi; e forse cibo sano per tutti i segmenti della popolazione».

 

LE SOLUZIONI E GLI INTERVENTI NECESSARI

Che le differenze socioeconomiche siano differenze di salute è noto da tempo. Lo studio dello Iarc, mettendo assieme vari pezzi del puzzle, consente di trarre conclusioni immediatamente rilevanti per gli interventi di salute pubblica volti a ridurre la mortalità per cancro. «Quantificare precisamente le disuguaglianze nei tumori per aree geografiche e paesi, per categorie socioeconomiche e di sesso, per tipi-specifici di tumore e per tutte le combinazioni di categorie elencate fornisce informazioni utili ai decisori per agire. Inoltre, questo studio mostra che bisogna fare ricerca e politica di salute prendendo in considerazione i fattori socioeconomici, cosa che non è quasi mai fatta finora, perché è la chiave per ridurre il peso del tumore - tout court - nelle nostre società». In pratica, ribadisce il ricercatore, «per qualunque intervento, che sia di prevenzione, screening, trattamento, cure palliative, i fattori socioeconomici devono essere presi in considerazione. Interventi indirizzati indistintamente a tutti non vanno bene, ci si deve assicurare che arrivino in maniera effettiva a tutti i segmenti della società». Da dove iniziare, lo indicano i dati: «Ovviamente il fumo contribuisce in maniera preponderante alle disuguaglianze in vari tumori, quindi quella è la priorità anche perché abbiamo a disposizione i mezzi per ridurre la prevalenza di questo fattore di rischio nella popolazione. Stesso discorso per il tumore della cervice, per il quale ci si deve assicurare che vaccini per il papillomavirus e screening arrivino a tutte le fasce della popolazione».

 

QUANTO CI COSTANO LE DISPARITA' 

La necessità di ridurre le disuguaglianze socioeconomiche nella salute e nel cancro sta ricevendo un’attenzione crescente per via delle ricadute economiche di questo intervento, definito una priorità di salute pubblica nell’agenda Onu 2030 di sviluppo sostenibile. Lo studio dello Iarc, in collaborazione con Erasmus MC, oltre che ad una decina di altri centri, è stato finanziato dall’Institut National Du Cancer (INCa) in Francia, e in associazione con Lifepath, un progetto finanziato dalla Commissione Europea con lo scopo di individuare i meccanismi biologici che stanno alla base delle differenze sociali nella salute. Lo Iarc se be occupa da tempo e già nel 2019, aveva pubblicato un volume intitolato «Ridurre le diseguaglianze nel cancro: evidenze e priorità per la ricerca» che metteva in evidenza le grandi variazioni nell'incidenza del cancro, nella sopravvivenza e nella mortalità che esistono tra i paesi e, all'interno dei paesi, tra i gruppi sociali, e forniva raccomandazioni su come ridurre queste disuguaglianze nei tumori.

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