Quando la magia diventa parte integrante della terapia. Un'idea del dottor Carlo Alfredo Clerici, psichiatra dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano
La magia, lo stupore, la fantasia, la creatività per scongiurare la paura. Al settimo piano dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, dove ha sede il reparto di pediatria oncologica, c’è una stanzina, ma non è un ambulatorio medico come gli altri. Qui si fanno magie. «O meglio è il bambino a diventare magico», spiega Carlo Alfredo Clerici (nella foto), psichiatra dell’INT, «perché è lui l’attore principale di ciò che accade nello studio. Gli oggetti scompaiono e riappaiono. Palline colorate da una diventano magicamente due o molte di più, oppure d’incanto, spariscono. Accadono cose che portano il bimbo impaurito altrove, in un modo diverso dove, almeno per un istante, la malattia viene accantonata, messa da parte. Il bambino si sente al centro di un universo sognante che lo stupisce». La magia, insieme al gioco e alla narrazione di fiabe, costituisce infatti uno degli strumenti utili a mettere a proprio agio un bambino che si trova catapultato in un ospedale con una malattia importante, gigantesca che lo mette a disagio e lo fa sentire piccolo, piccolo, impaurito e indifeso. Così una stanza colorata, piena di sorprese diventa uno scrigno di fantastiche situazioni impreviste che lo aiutano a volare via. E il medico-psichiatra è un mago sorridente, un po’ buffo che entra in sintonia con uno sguardo, una sorpresa e fa una magia enorme perché non guarisce certo la malattia, ma dà un grande supporto psicologico a chi deve farci i conti e magari ha solo tre o cinque anni.
LA MAGIA CHE DIVENTA TERAPIA
«Bambini e ragazzi hanno logiche che seguono il loro percorso evolutivo e variano secondo l’età e l’esperienza», spiega Clerici, «Non esistono corsi teorici che indichino come fare per costruire una relazione con loro, soprattutto nel momento in cui si trovano ad affrontare una malattia grave. Il medico di fronte a un bambino a cui è stato diagnosticato un tumore o una malattia importante, deve aiutarlo ad elaborare le difficoltà del momento e a far fronte alle sue sensazioni di paura, disorientamento e confusione. Presso l’Istituto dei Tumori e, nello specifico nel reparto di Pediatria, sono numerosi gli strumenti che vengono utilizzati per stabilire una relazione con i pazienti e la magia è uno di questi. Il motivo risiede proprio nella struttura psicologica dei più piccoli. Il bambino segue, infatti principalmente, una logica narrativa e fiabesca, che varia ovviamente in relazione all’età. Allestire una stanza che non somigli in alcun modo a uno studio medico, ma che sia piena di colore e di oggetti stupefacenti che si possono toccare, è uno dei modi più efficaci per entrare in sintonia con i bambini e stabilire una relazione basata sulla fiducia. Il gioco e la magia sono in fondo una sorta di narrazione in grado di trasformare le paure e di accantonare le sensazioni negative. Non a caso, quando dobbiamo spiegare qualcosa a un bambino, utilizziamo in genere il racconto. L’obiettivo della stanza magica è quello di restituire al piccolo paziente un suo spazio e una situazione, contrapposta alle fatiche della malattia. Il bambino non si sente così minacciato e posto sotto la lente d’ingrandimento, interrogato sulle sue preoccupazioni e sui suoi sintomi, ma riesce a parlare di sé in un modo nuovo e spontaneo: attraverso la fantasia e l’immaginazione. In questa maniera riesce anche a esprimere paure e disagi». La curiosità e lo stupore risultano antidoti efficaci nei confronti della paura. E il bambino diventa a sua volta magico perché impara dei trucchi che gli altri non conoscono e, tantomeno, sono in grado di replicare. La stanzetta di Clerici è un mondo fantastico, onirico da cui si esce un po’ più sereni. Si esce bambini magici, appunto.
“MAGIC IS MEDICINE”, LA MAGIA DIVENTA UNA SERIE DI SEMINARI PER MEDICI E INFERMIERI
Carlo Clerici, con il chirurgo e prestigiatore Mario Raso, ha dato il via a una una serie di seminari ECM, acronimo per “Educazione continua in Medicina”, sull’uso delle tecniche di illusionismo in ambito clinico. Ne sono già stati svolti tre tra la fine di novembre e poco prima delle vacanze di Natale e l’idea è quella di proporne altri. I due medici, cultori dei giochi di prestigio e dell’illusionismo, hanno spiegato e spiegheranno a colleghi medici e infermieri le tecniche più facili ed efficaci per stupire e divertire i piccoli pazienti (e non solo). Occasione straordinaria per trasformare i bambini malati in bimbi meravigliati e maghi per altri bambini e adulti.
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Paola Scaccabarozzi
Giornalista professionista. Laureata in Lettere Moderne all'Università Statale di Milano, con specializzazione all'Università Cattolica in Materie Umanistiche, ha seguito corsi di giornalismo medico scientifico e giornalismo di inchiesta accreditati dall'Ordine Giornalisti della Lombardia. Ha scritto: Quando un figlio si ammala e, con Claudio Mencacci, Viaggio nella depressione, editi da Franco Angeli. Collabora con diverse testate nazionali ed estere.