Genitori e insegnanti devono guidare il proprio figlio, quando un suo amico si ammala di cancro. Meglio dire la verità e favorire la vicinanza, compatibilmente con le condizioni del piccolo paziente
Quando un tumore colpisce un bambino o un ragazzo, il dramma non
si abbatte solo sul paziente e sulla sua famiglia, ma anche sugli amici
e sui compagni di scuola. Così come questa malattia sembra inspiegabile e assurda per chi la vive in prima persona, la stessa cosa accade ai compagni, che molto spesso si sentono spaesati e non sanno come comportarsi nei confronti dell’amico o dell’amica che sta male.
È compito dei genitori e degli insegnanti guidare i compagni attraverso questo percorso: anche in questo caso, la via più giusta non è nascondere la verità, perché questo non fa che accrescere dubbi e domande. È opportuno trovare, con i giusti tempi e modalità, il modo per spiegare cosa sta accadendo, qual è il percorso di cura, sempre ricordando ai bambini che grazie ai medici e agli altri componenti dell'équipe sanitaria, il loro compagno presto tornerà a scuola e riprenderà la sua vita normale.
Compatibilmente con la condizione medica e psicologica del compagno malato, da verificare con i genitori e i medici curanti, può essere utile coinvolgere i bambini attivamente nel fare sentire il loro sostegno e affetto al proprio amico durante le cure, per esempio telefonandogli, preparando bigliettini o disegni di pronta guarigione, e se possibile, andare a trovarlo, magari una volta rientrato a casa. Comportarsi come sempre e fare sentire al proprio amico che non è solo e che i suoi compagni lo aspettano di nuovo
non appena starà meglio, può essere di grandissimo aiuto nell’affrontare con più serenità e coraggio il percorso di cura.