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Oncologia
Fabio Di Todaro
pubblicato il 26-11-2015

Quale dieta dopo un intervento di tumore allo stomaco?



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Molti pazienti si ritrovano in difficoltà a tavola dopo essere stati operati di tumore allo stomaco. Meglio fare tanti piccoli pasti in attesa di tornare a mangiare (quasi) come prima

Quale dieta dopo un intervento di tumore allo stomaco?

Come comportarsi a tavola dopo un intervento di asportazione di un tumore allo stomaco? Quello che rispetto alla malattia può apparire un aspetto secondario è uno dei problemi più segnalati dai pazienti. La demolizione dell’organo - totale o parziale - ha un’inevitabile ricaduta sulla dieta perché, dopo l’intervento, lo stomaco (se non asportato del tutto) può contenere una quantità di cibo inferiore rispetto alla norma. Da qui la necessità di adottare alcune accortezze a tavola.

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LA TESTIMONIANZA: «SENZA STOMACO E SENZA INDICAZIONI»

Cala il numero di nuovi casi di tumore dello stomaco (quattordicimila nuove diagnosi nel 2015), ma la mortalità rimane ancora elevata. Il buon esito dipende dalla precocità della diagnosi e dalla tempestività dell’intervento (più o meno radicale), che nei pazienti rende complicato un gesto apparentemente privo di insidie, come alimentarsi.


«Nel 2008 ho subìto l’asportazione totale dello stomaco e mi sono ritrovata senza indicazioni da seguire - racconta Claudia Santangelo, presidente dell’associazione di pazienti Vivere senza stomaco -. Un giorno, improvvisamente, ho perso conoscenza e quando mi sono ripresa avevo un valore di glicemia pari a 35. Da allora mi sono resa conto che i miei valori arrivavano a trecento mezz’ora dopo i pasti e scendevano così tanto nell’arco di un paio d’ore per colpa di un elevato consumo di zuccheri raffinati.

Una persona operata di tumore allo stomaco non riceve tutte le indicazioni dietetiche necessarie. In molte strutture manca la figura del nutrizionista esperto delle problematiche dei gastrectomizzati». Oltre alle ricadute sulla quotidianità, il tema è da non trascurare, perché «uno stato di malnutrizione rende difficile effettuare dei trattamenti oncologici, in particolare chemioterapici», afferma Cesare Gridelli, direttore del dipartimento di oncoematologia dell’azienda ospedaliera Moscati di Avellino. 


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COSA E COME MANGIARE

Le problematiche nutrizionali dei pazienti operati di tumore allo stomaco - il mese di novembre è dedicato alla sensibilizzazione sul tema: prevista per il 29 novembre una camminata di solidarietà a Firenze - riguardano la fase successiva all’intervento, ma possono presentarsi anche nel lungo periodo. Tra i sintomi precoci, molti segnalano la «sindrome da stomaco piccolo»: con un volume gastrico ridotto, i pazienti che hanno subìto una gastrectomia subtotale segnalano una precoce sazietà, talvolta accompagnata da un dolore addominale nelle fasi successive ai pasti. «Per questo motivo è importante che le persone operate facciano pasti piccoli, ma frequenti, privilegiando alimenti ad alta densità energetica - dichiara Riccardo Rosati, primario del reparto di chirurgia gastroenterologica, del peritoneo e dei trapianti dell'ospedale San Raffaele di Milano -. La colazione dev’essere il pasto più abbondante. Seguirà uno spuntino a metà mattina, un pranzo leggero, uno o due spuntini pomeridiani e una cena frugale».


Messo alle spalle l’intervento, il paziente può riprendere a mangiare dal giorno successivo: alimentazione liquida nelle prime ventiquattro ore, dopodiché «si cominciano a introdurre cibi morbidi, per almeno un paio di settimane. Per cominciare vanno bene i purè, le mousse, la pasta un po’ scotta e la carne trita. Dopodiché occorre recuperare gradualmente la consistenza degli alimenti. Dopo sei mesi un paziente può tornare alla dieta che seguiva prima dell’intervento, con l’indicazione di non esagerare con i cibi troppo elaborati». Nel lungo periodo, invece, vanno tenuti sotto controllo il dimagrimento, soprattutto nei primi tre mesi che seguono l’intervento, lo sviluppo di una condizione di anemia e la decalcificazione ossea: tutte conseguenze di uno stato di malnutrizione successivo all’intervento.


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UN SOSTEGNO ALLA DIETA

Se il paziente è malnutrito, anche a causa della malattia, già prima di operarsi, l’equipe di specialisti può «prepararlo» all’intervento con un supporto nutrizionale (a partire da 7-10 giorni prima dell’intervento) consistente nella supplementazione orale con nutrienti specifici: quasi sempre arginina, nucleotidi e acidi grassi omega 3. In questi casi anche nel periodo postoperatorio si tende a sostenere la dieta con una nutrizione enterale proseguibile anche a domicilio - i pazienti operati di tumore allo stomaco vengono dimessi tra cinque e dieci giorni dopo l’operazione, a seconda della tipologia di intervento adottata - fino a un mese dopo l’intervento.

 

Fabio Di Todaro
Fabio Di Todaro

Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).


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