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Oncologia
Daniele Banfi
pubblicato il 20-04-2023

Helicobacter e tumore allo stomaco: alcune mutazioni aumentano il rischio



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La presenza di alcune mutazioni aumenta l'effetto cancerogeno dell'Helicobacter pylori. I risultati sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine

Helicobacter e tumore allo stomaco: alcune mutazioni aumentano il rischio

L'Helicobacter pylori rappresenta in sé un fattore di rischio per lo sviluppo del tumore allo stomaco. Quando però l'infezione si manifesta in alcune persone con particolari mutazioni genetiche, il rischio di malattia aumenta. Uno studio da poco pubblicato sulle pagine del New England Journal of Medicine ha individuato 9 geni che, quando mutati, espongono ad un maggiore rischio di tumore se in concomitanza è presente l'Helicobacter. Un dato importante ai fini di prevenzione del tumore allo stomaco.

CHE COS'È L'HELICOBACTER PYLORI?

L'Helicobacter pylori è un microrganismo che vive in condizioni di estrema acidità. Per questa ragione trova nello stomaco dell'uomo un habitat ideale per poter crescere. Lo strano nome è dovuto alla presenza di ciglia che il batterio è in grado di far roteare per potersi spostare. Da un punto di vista epidemiologico si calcola che due persone su 3 ospitino questo microrganismo. Nella maggior parte dei casi la presenza di Helicobacter pylori non causa alcun sintomo. In altri invece può manifestarsi sotto forma di bruciore e dolore addominale. Il microrganismo nel breve termine può portare allo sviluppo di ulcere gastriche o duodenali; sul lungo termine invece può favorire lo sviluppo del tumore allo stomaco attraverso la secrezione della tossina CagA. Tale sostanza, liberata dal microrganismo, è capace di generare un'infiammazione cronica che sul lungo periodo può portare allo sviluppo della malattia.

QUEL LEGAME CON IL TUMORE ALLO STOMACO

La scoperta della capacità del microrganismo di generare danni come tumori e ulcere gastriche valse il premio Nobel, nel 2005, a Robin Warren e Barry Marshall. Dal 1994 IARC, l'International Agency for Research on Cancer, ha inserito l'Helicobacter pylori tra i fattori di rischio per lo sviluppo del tumore allo stomaco (il primo in assoluto è . Ecco perché, eradicarlo dallo stomaco grazie a degli specifici antibiotici, è un passo fondamentale per ridurre il rischio di sviluppare la malattia. Il primo passo è la diagnosi attraverso l'Urea Breath Test, metodica che analizza il respiro del paziente alla ricerca delle "tracce" del microrganismo. In caso di positività si procede alla somministrazione delle terapie.

QUEI GENI CHE PREDISPONGONO ALLA MALATTIA

Attenzione però a pensare che essere infettati dal microrganismo significi sviluppare con certezza un tumore allo stomaco. Quando si verifica la malattia, probabilmente, è dovuto al contributo anche della genetica. Nello studio da poco pubblicato gli scienziati del RIKEN Center for Integrative Medical Sciences di Yokohama hanno analizzato il rischio di sviluppare un tumore allo stomaco in presenza di Helicobacter pylori in relazione alla presenza di alcune varianti genetiche degli individui affetti dalla malattia. Dalle analisi sui tessuti tumorali è emerso che la presenza di mutazioni nei geni APC, ATM, BRCA1, BRCA2, CDH1, MLH1, MSH2, MSH6 e PALB2 aumenta sensibilimente il rischio di tumore allo stomaco. Di questi nove, ATM, BRCA1, BRCA2, e PALB2 sono geni conosciuti da tempo per essere implicati nella riparazione del Dna e spesso associati all'aumentato rischio di tumore al seno e tumore della prostata. Ma c'è di più: l'interazione tra queste varianti genetiche e l'Helicobacter si è dimostrata molto più importante nella genesi del tumore rispetto all'interazione delle varianti genetiche con altri fattori di rischio quali fumo, obesità e alcol. Un dato fondamentale ai fini della prevenzione e della diagnosi precoce del tumore allo stomaco.

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Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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