Dopo un trattamento radioterapico le ghiandole salivari possono venire danneggiate comportando un danno invalidante. Iniettando il gene dell’acquaporina sembra trovata la soluzione
Dopo un trattamento radioterapico le ghiandole salivari possono venire danneggiate comportando un danno invalidante. Iniettando il gene dell’acquaporina sembra trovata la soluzione
La medicina si va sempre più impegnando nella direzione della qualità della vita. Ne è un esempio la «clinica della bocca secca» aperta negli Stati Uniti dal National Institute of Dental and Craniofacial Research, che fa parte del National Institute of Health. Di che si tratta? Della grave e invalidante complicazione di avere la bocca secca a causa del danneggiamento delle ghiandole salivari, avvenuta nel corso del trattamento di radioterapia per curare tumori della testa e del collo. Succede quindi che si guarisca da questi tumori, ma che ci si trovi nella situazione di avere il cavo orale talmente asciutto da provare un disagio quasi intollerabile.
TERAPIA GENICA - Il professor Bruce Baum, ora in pensione, racconta che nel suo Istituto cominciò a cercare una soluzione del problema più di vent’anni fa : «Non potete immaginare com’è gratificante aver buttato sul tavolo un’idea nel 1991, e vedere oggi che questa idea si è realizzata, e può aiutare la gente»
L’idea si è realizzata grazie alla terapia genica, con l’iniezione di un gene dell’acquaporina, una proteina «canale» che facilita il flusso molto veloce delle molecole d’acqua all’interno o all’esterno di specifici tessuti.
Con un’unica iniezione, il gene dell’acquaporina 1, delle famiglia di queste proteine, è stato trasferito in una delle due parotidi, che sono le più voluminose delle ghiandole salivari. E i risultati si sono avuti, anche se per ora su un numero molto piccolo di pazienti: su 5 delle 11 persone con la «bocca secca», si è osservato un aumento della secrezione di saliva, con ricomparsa della sensazione di umidità e di lubrificazione nella bocca.
Antonella Cremonese