La campagna promossa dal Ministero non sembra abbia raggiunto l’obiettivo. Il papilloma virus è responsabile di oltre 70% dei carcinomi del collo dell’utero
Fra poco meno di un anno (dicembre 2012) si concluderà la campagna di vaccinazione contro il Papilloma Virus (HPV): un programma di prevenzione del carcinoma della cervice uterina, da attuarsi nelle undicenni e dodicenni, cioè prima dell’inizio dell’attività sessuale, deciso nel 2007 dal Ministero della Salute. L’adesione ad oggi è del 65%, molto inferiore alle aspettative tanto che sembra ormai irraggiungibile l’obiettivo auspicato di garantire al 95% delle ragazze una protezione contro questa seria patologia oncologica.
HPV- L’HPV è una vasta famiglia di virus a trasmissione sessuale di cui ne sono ormai noti oltre 100 sottotipi. Di questi, di particolare interesse per le malattie contratte attraverso i rapporti sessuali, sono 40 virus che risiedono preferibilmente nelle mucose, nel cavo orale, nell’ano e nell’apparato genitale, sia maschile che femminile. Come ogni virus anche quelli correlati all’HPV si differenziano per il grado di aggressività: i più pericolosi, perché ad alto rischio oncogeno, sono l’HPV 16 e 18, responsabili di tumori della cervice uterina, della vagina e della vulva. «Le infezioni da HPV sono molto comuni – spiega Walter Ricciardi, direttore dell’Istituto di igiene e medicina preventiva dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma - e colpiscono circa l’80% delle donne in età giovane (all’inizio dell’attività sessuale)». Il più di frequente l’organismo si libera spontaneamente del virus ed esso scompare nell’arco di 12-18 mesi, ma in taluni casi permane e venendo a contatto con il collo uterino aumenta le probabilità di sviluppo del carcinoma.
I VACCINI - Ad oggi esistono due vaccini in grado di prevenire il Papillomavirus. Uno è bivalente, ossia protegge contro i due tipi di HPV 16 e 18; l’altro è quadrivalente ed è in grado di offrire, anche una protezione aggiuntiva contro i tipi di HPV 6 e 11. «Il vaccino contro l’HPV – continua Ricciardi - è il primo, espressamente utilizzato per prevenire un terribile cancro che colpisce l’area riproduttiva con ripercussioni sulla possibilità procreativa e sulla sfera personale, di coppia e familiare». Ed è questa la ragione per cui la vaccinazione anti-HPV è consigliata anche alle donne tra i 25 e i 26 anni.
COMPORTAMENTI CORRETTI –Anche se si è vaccinati è raccomandato l’uso del profilattico, specie durante i rapporti occasionali, sia per prevenire l’infezione dei ceppi verso il quali il vaccino non dà protezione, sia per ridurre il rischio di contrarre altre malattie a trasmissione sessuale. Resta sempre importante la prevenzione secondaria con un pap-test e, quando indicato, la colposcopia, la vaginoscopia, o la vulvoscopia e la biopsia mirata.
Francesca Morelli