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Oncologia
Daniele Banfi
pubblicato il 24-11-2011

L'immunoterapia la nuova strada per combattere il melanoma



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Attraverso l'immunoterapia raddoppia la sopravvivenza al melanoma metastatico. Agire potenziando il sistema immunitario è la chiave per sconfiggerlo. Speranze anche per i malati con metastasi cerebrali

L'immunoterapia  la nuova strada per combattere il melanoma

STOCCOLMA - Una terapia destinata ad aprire una nuova era nella lotta al melanoma metastatico. Stiamo parlando dell'immunoterapia, approccio innovativo per questo genere di tumore, che ha contribuito a raddoppiare il tasso di sopravvivenza alla malattia e di cui si è parlato al recente Congresso della Società Europea di Oncologia Medica (ESMO) a Stoccolma.

COS'E' E COME FUNZIONA L'IMMUNOTERAPIA? 

IL MELANOMA 

Il melanoma è un tumore della pelle la cui incidenza è cresciuta maggiormente negli uomini. «È un tipo di cancro particolarmente aggressivo che ogni 12 mesi, nella sola Italia, fa registrare 7000 nuovi casi e 1500 decessi. Negli ultimi 30 anni si è registrato un incremento del 237% delle diagnosi», dichiara il professor Paolo Marchetti, direttore dell'unità di oncologia Medica all'ospedale Sant'Andrea di Roma. Se preso negli stadi di sviluppo iniziale, il melanoma è un tumore facilmente guaribile. A fare paura invece è la diagnosi in fase avanzata. Spesso questa arriva quando il cancro si è diffuso oltre la superficie della pelle ad altri organi, come i linfonodi, i polmoni, il cervello o altre parti del corpo. Un paziente su cinque sviluppa la forma aggressiva e avanzata della malattia, con una prognosi infausta e un tempo medio di sopravvivenza pari a 6-9 mesi. Numeri impietosi, resi ancor più tristi dal fatto «che il melanoma - spiega Marchetti - è un tumore importante anche nei più giovani. Oltre il 50% dei casi infatti viene diagnosticato entro i 59 anni».


Melanoma più lontano se si usa (correttamente) la crema solare

IMMUNOTERAPIA

Per più di trent'anni, si è assistito impotenti al decorso della malattia. A nulla sono valsi i tentativi di sviluppare nuovi chemioterapici per la cura di questo devastante tumore. Proprio la scarsità dei risultati ha indotto i ricercatori ad affrontare il problema secondo un'ottica totalmente diversa dalla chemioterapia. Una strategia chiamata immunoterapia che sembrerebbe essere finalmente la luce in fondo al tunnel. Come spiega a FondazioneVeronesi.it il professor Dirk Shadenorf, direttore dell'unità clinica di dermatologia dell'Università di Duisburg-Essen (Germania), «l'immuno-oncologia segna un innovativo approccio intelligente alla medicina personalizzata. Il trattamento infatti colpisce indirettamente le cellule cancerogene stimolando il sistema immunitario del paziente. In particolare, per quanto riguarda il melanoma, si tratta di potenziare la risposta delle cellule T del sistema immunitario, per permettere alle naturali difese del corpo di combattere la malattia più efficacemente, individuando e distruggendo le cellule cancerogene».

«Preparare» il tumore per batterlo con l'immunoterapia

NUOVI FARMACI

Secondo alcuni dati preliminari presentati al Congresso di Stoccolma a beneficiare della cura immunoterapia (con il nuovo farmaco Ipilimumab), ci potrebbero essere anche i pazienti con metastasi cerebrali, sino ad ora esclusi dai clinical trials. Allo stato attuale l'ipilimumab è stato somministrato con successo a più di tremila pazienti con melanoma in stato avanzato (metastatico o non operabile) che non hanno risposto alla chemioterapia classica. Da luglio anche la Commissione Europea, seguendo l'esempio statunitense della Food and Drug Administration (Fda), ha dato il via libera al suo utilizzo. «Oltre a rappresentare una concreta speranza dopo anni di buio - continua Shadenorf - la forza di questo nuovo approccio sta nella modalità di somministrazione. A differenza della chemiotearpia, che può andare avanti per molto tempo, il trattamento con questo nuovo farmaco prevede solamente quattro infusioni in tre mesi. Poi la memoria immunologica resterà per tutta la vita».

DIVERSI EFFETTI COLLATERALI- Un altro aspetto particolarmente interessante dell'immunoterapia è rappresentato dalla diversità degli effetti collaterali rispetto ai chemioterapici. Poiché la chemioterapia tradizionale non è selettiva, e quindi colpisce anche le cellule sane, gli effetti collaterali più diffusi sono la perdita di capelli, nausea, vomito, infezioni e neuropatie. «Con l'immunoterapia invece -spiega Shadenorf- il potenziamento del sistema immunitario può portare ad un aumento delle cellule immunitarie in altre parti del corpo in cui la risposta non è necessaria. Ciò può causare un'infiammazione temporanea a livello gastrointestinale, che si manifesta come diarrea, o sulla pelle sottoforma di eruzioni cutanee. Tutti sintomi comunque che si possono tranquillamente gestire».

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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