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Oncologia
Daniele Banfi
pubblicato il 06-10-2022

Chemio e immunoterapia più efficienti: è il Nobel per la chimica 2022



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Togliere il velo al tumore che impedisce di essere riconosciuto dal sistema immunitario e progettare una chemio intelligente. Le ricadute pratiche del Nobel

Chemio e immunoterapia più efficienti: è il Nobel per la chimica 2022

C'è un po' di ricerca contro il cancro nel Nobel per la chimica 2022 assegnato a Carolyn R. Bertozzi (insieme a Morten Meldal e K. Barry Sharpless). Alla scienziata statunitense va dato il merito di aver sviluppato la “chimica ortogonale”, un ambito del sapere che sta portando anche allo sviluppo di nuovi approcci per migliorare le terapie antitumorali ed in particolare quelle con immunoterapia.

TUMORI E SISTEMA IMMUNITARIO

Una delle principali novità che hanno cambiato radicalmente la cura dei tumori, specialmente quelli metastatici, dell'ultimo decennio è stata l'avvento dell'immunoterapia. Grazie a questo approccio, che sfrutta la “manipolazione” del sistema immunitario affinché riconosca ed elimini le cellule cancerose, diverse neoplasie possono essere affrontate con maggiore successo rispetto ad un tempo. Il principale obbiettivo degli immunoterapici è quello di tenere sempre accesa la risposta contro la malattia. Purtroppo però alcuni tumori, grazie alla presenza di molecole sulla propria superficie chiamate “glicani”, si “nascondono” alle nostre cellule di difesa. Risultato? Il tumore non viene riconosciuto e continua a crescere indisturbato.

AGIRE SUI GLICANI

Se oggi conosciamo questo processo lo dobbiamo essenzialmente alla neo premio Nobel Carolyn R. Bertozzi. Nel corso della sua carriera la scienziata statunitense si è sempre concentrata sui glicani, carboidrati presenti sulla superficie delle cellule. Per studiare queste “entità” la Bertozzi ha messo a punto le reazioni bioortogonali, particolari reazioni chimiche che sfruttano l'utilizzo di molecole fluorescenti per monitorare e mappare l'attività dei glicani (ma non solo) senza interferire con i processi cellulari. Ed è proprio studiando i glicani grazie a quanto messo a punto dalla scienziata che è stato possibile identificare il meccanismo con cui i tumori si “nascondono” agli occhi del sistema immunitario. Ma c'è di più: conscia di quanto scoperto, il gruppo di ricerca della Bertozzi sta sviluppando degli anticorpi coniugati a particolari enzimi capaci di riconoscere e degradare quei glicani responabili della mancata risposta immunitaria. Una strategia utile per migliorare le terapie anticancro e in particolare l'effetto dell'immunoterapia.

LE TERAPIE INTELLIGENTI

Ma per realizzare gli anticorpi coniugati, Carolyn R. Bertozzi ha utilizzato la “click-chemistry”, un nuovo modo di “intendere la chimica” che è valso il Nobel quest'anno ai suoi due compagni di avventura, Morten Meldal e K. Barry Sharpless. Ai due scienziati che condividono il premio va dato il merito di aver messo a punto nuove reazioni per sintetizzare sostanze complesse in modo semplice e rapido, unendo molecole più piccole. Unione che non è servita solo alla Nobel Bertozzi per studiare i glicani bensì viene sfruttata ormai da diversi anni in campo oncologico nella creazione dei “farmaci intelligenti” capaci di agire solo sulle cellule tumorali risparmiando le sane. Oggi potendo unire un anticorpo -capace di riconoscere particolari proteine sulla superficie del tumore- con molecole di chiemioterapico è possibile rendere la chemioterapia molto più efficiente e meno tossica di un tempo. Un esempio è la chemio intelligente” che ha dato grandi risultati nella cura del tumore al seno come raccontato qui sulle “pagine” del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi in occasione del recente congresso ASCO.

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Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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