Dall’8 al 10 luglio la ministra della Salute Grillo riunisce gli operatori della psichiatria per migliorare il settore. Nel 2017 oltre 850.000 persone si sono rivolte ai servizi di salute mentale, 7.600 i Tso. Sotto osservazione la spesa per gli antidepressivi
La salute mentale e la sua tutela restano una criticità importante. Non in calando. Ora il Ministero della Salute dedicherà “tre giornate di ascolto” (8-9-10 luglio) a medici, associazioni, aziende, operatori vari per raccogliere spunti e suggerimenti volti a migliorare l’approccio verso le malattie psichiatriche, drammatiche e spesso sfuggenti.
MIGLIORARE L'ASSISTENZA, CONTRASTARE LO STIGMA
«Ho voluto fortemente questo incontro – ha dichiarato la ministra della Salute Giulia Grillo – perché i dati da noi raccolti mostrano come sia necessario migliorare l’assistenza sul territorio per il malato e la sua famiglia. Abbiamo in programma anche una serie di iniziative attraverso i mezzi di comunicazione per contrastare lo stigma, il pregiudizio contro questi malati. Ma quel che mi preme di più è dare una dignità diversa all’intero settore fino ad oggi marginalizzato».
DIFFERENZE FRA UOMINI E DONNE, DIFFERENZE FRA REGIONI
Nella conferenza stampa di presentazione sono stati resi noti i numeri raccolti, fino al 31 dicembre 2017, dal Sistema informativo per la salute mentale (Sism). Ed ecco cosa emerge nel quadro complessivo. Intanto, quanti hanno bisogno di medici specialisti? Nel 2017 sono stati 851.000 circa, con tassi molto differenziati: se in Sardegna si rivolgono ai servizi psichiatrici 80 su 10.000 abitanti, in Puglia la cifra si estende a 230 su 10.000. Che cosa sia a provocare una così netta distanza per ora non è dato sapere. Il momento in cui il disturbo mentale sembra colpire di più è la cosiddetta mezza età: tra i 45 e i 54 anni di età, con sostanziale parità tra uomini e donne. Queste ultime si piazzano più avanti dopo i 75 anni: “primeggiano” con un 12 per cento contro il 7 dei maschi. Se si scende a distinguere i malati mentali per patologie, saltano subito all’occhio le disparità di genere: se la depressione è quasi un appannaggio femminile con cifre quasi doppie dei casi al maschile (48 contro 29 ogni 10.000 abitanti), gli uomini dominano (tristemente) nella schizofrenia, nei disturbi di personalità, nell’abuso di sostanze e nel ritardo mentale.
PREVENIRE I TRATTAMENTI OBBLIGATORI
Tra le preoccupazioni espresse dalla ministra Grillo, riuscire a prevenire i Trattamenti sanitari obbligatori (Tso) che nel 2017 sono stati 7.600, equivalenti all’8 per cento dei ricoveri complessivi in reparti psichiatrici pubblici. Altra preoccupazione, mirata su un unico tipo di farmaco, gli antidepressivi, per l’elevata spesa: oltre 350 milioni di euro con un numero di confezioni superiori a 35 milioni. Altre medicine centrali nelle cure psichiatriche, gli antipsicotici, superano i 75 milioni per 5 milioni di confezioni. Molto minori i costi, al confronto, per i farmaci a base di litio, stabilizzatori dell’umore: 3,6 milioni. Fatti tutti i conti, dagli ospedali, agli ambulatori alle terapie, risulta che su ciascuno di noi pende un costo di 78 euro ciascuno per l’assistenza alla malattia mentale. E’ la cifra che si ottiene dividendo il costo complessivo dell’assistenza psichiatrica per la popolazione adulta residente nel 2017.
IN ITALIA INVESTIMENTI RISICATI
Il presidente della Società italiana di psichiatria (Sip) Enrico Zanalda così ha espresso qualche tempo fa la sua visione della situazione italiana: «In Italia si investe solo il 3,5 per cento del budget della sanità per il settore della salute mentale, a fronte di medie del 10-15 per cento di altri grandi paesi europei. Questo significa lasciare sguarniti di personale i servizi, che attualmente hanno un deficit di operatori che va dal 25 al 75 per cento in meno dello standard».
Serena Zoli
Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.