Una camminata anche breve ogni giorno diminuisce il rischio di depressione. Uno studio su 96.000 persone ha misurato quanti passi servono per avere un miglioramento dell'umore
Diversi studi, anche recenti, sostengono il ruolo protettivo di svelte camminate giornaliere, che si manifesta nella diminuzione di malattie cardiovascolari e della mortalità in generale. Ma il beneficio delle passeggiate quotidiane non si ferma al corpo: anche le malattie mentali possono venire contrastate, in primis la depressione che è la porta di ingresso di tanti altri disturbi. Ora una ricerca ha cercato di quantificare questo beneficio.
METANALISI SU 96.000 PERSONE
Gli scienziati spagnoli della Universidad de Castilla-La Mancha in Cuenca sono arrivati a stilare una classifica del numero di passi compiuti con costanza in parallelo con la percentuale di riduzione dei sintomi depressivi. Si tratta di una metanalisi su 33 studi pubblicata su Jama Network Open. «Anche un’attività fisica di bassa intensità come il camminare – ha commentato il ricercatore Bruno Bizzozero-Peroni – costituisce una valida prevenzione per ridurre il rischio della depressione». In totale gli scienziati hanno visionato 33 ricerche che hanno coinvolto in totale 96.173 adulti di età tra i 18 e i 91 anni, in cinque continenti.
DA 7.500 PASSI UN CALO DEL 42 PER CENTO
Per misurarsi con questi risultati basta procurarsi uno dei tanti pratici “contapassi” che sono in commercio e mettersi alla prova. Rispetto a una vita sedentaria, già fare 5.000 passi al giorno si associa a un minor numero di sintomi di depressione. Dai 7.500 passi in avanti si assiste a un vero salto nel miglioramento dell’umore in quanto la prevalenza della depressione cala del 42 per cento. Da qui in poi l’aggiunta di 1.000 passi equivale a una discesa della depressione del 9 per cento.
ESERCIZIO ADATTO ANCHE AGLI ANZIANI
I ricercatori osservano che non è possibile stabilire se c’è un tetto sopra il quale non si abbiano ulteriori benefici, pur innalzando il numero dei passi. Inoltre, una quantità ottimale non può essere indicata per tutti, dipendendo da età, genere e rischio di disturbo mentale di ciascuno. Questo esercizio fisico non impegnativo è particolarmente adatto alle persone anziane e comunque a individui che nella loro attività giornaliera non fanno molto movimento.
PERCHÉ CAMMINARE FA BENE ANCHE ALLA MENTE?
Per spiegare la benefica associazione tra il camminare e il maggior benessere psichico sono stati proposti vari potenziali meccanismi:
- di tipo biologico, come cambiamenti dell’infiammazione o la neuroplasticità
- di tipo psicosociale, come autostima, qualità del sonno e sostegno sociale.
In ogni caso, uno stile di vita attivo può rinforzare qualunque di questi meccanismi sia coinvolto.
Serena Zoli
Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.