Una ricerca finlandese sugli anziani associa la forza alle capacità cognitive del cervello. Le indicazioni per tenersi in esercizio con l’attività fisica
Da anziani, maggiore è la forza fisica e meglio funziona il cervello. I muscoli che sostengono il corpo sembrano sostenere anche le funzioni cognitive. Le quali sostanzialmente consistono nella capacità di ricevere, immagazzinare, elaborare e usare le informazioni.
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LA RICERCA
Lo studio, compiuto in Finlandia (University of Eastern Finland), è stato pubblicato sull’European Geriatric Medicine ed ha preso in esame 338 tra uomini e donne dall’età media di 66 anni. Gli esami a cui si sono sottoposti i volontari sono stati esercizi fisici con la parte alta e la parte bassa del corpo, le gambe, e i risultati raggiunti sono stati relazionati alle capacità cognitive usando una batteria di test neuropsicologici detti Cerad, impiegati in vari studi, anche ad esempio per misurare il progredire dell’Alzheimer. Altre ricerche, scrivono gli scienziati finlandesi, hanno preso in esame solo la stretta di mano, la sua forza o debolezza, per calcolare lo stato di invecchiamento. In particolare ricordiamo l’indagine dei professori austriaci Scherbol e Sanderson che nel 2014 introdussero il “test della stretta di mano” come indice della vera età fisica, la vera età biologica dell’anziano considerato; test valido come metro dell’invecchiamento al pari di altri indicatori come il declino cognitivo o le disabilità. Oggi Heikki Pentikainen, il responsabile della ricerca finlandese, scrive di aver trovato che da solo il test della stretta di mano non basta, che bisogna andare oltre e vedere nel complesso la forza dell’organismo per meglio arrivare a un’associazione tra forza dei muscoli e capacità cognitive.
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Nicola Ferrara, ordinario di medicina interna all'Università Federico II di Napoli e presidente della Società italiana di Geriatria e Gerontologia, non si stupisce di questo abbinamento delle misure tra muscoli e cervello: «Che l’attività muscolare sia utile a mantenere una buona cognitività, ci sono molte ricerche a sostenerlo. Chi segue una attività fisica continuativa non ottiene soltanto benefici per la prevenzione dei disturbi cardiovascolari, ma anche per la funzionalità del cervello. Dunque niente di strano nella ricerca finlandese». Quel è un’attività fisica adeguata per persone anziane? «Movimento aerobico. Vanno bene già cinque-diecimila passi al giorno. Non occorre correre», è la risposta di Ferrara.
Serena Zoli
Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.