Le ultime ricerche mostrano che un disturbo dell’umore in età avanzata può essere in alcuni casi il segnale anticipatore dell’Alzheimer
La depressione nell’anziano ha due diversi volti. Anzi, meglio dire due matrici in quanto il volto, nel senso di come si presenta, ovvero la sintomatologia, sono gli stessi. E fin qui hanno ingannato. Il male oscuro nell’età avanzata è stato spesso visto come il portato di precedenti cadute nella depressione oppure scatenato per la prima volta dallo stress di un tratto di vita segnato da altre malattie fisiche, da lutti, dal pensionamento, dall’irrigidirsi degli schemi cognitivi.
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DEPRESSIONE PRIMO SEGNALE DELLA DEMENZA
In ogni caso si sapeva che la depressione nell’anziano è un fattore di rischio per lo svilupparsi della demenza. Ora uno studio australiano avanza l’ipotesi che in realtà, in gran parte dei casi, la caduta patologica dell’umore sia un primo sintomo della demenza che si presenterà più avanti in modo conclamato.
Molte volte, dunque, la depressione sarebbe non causa della demenza, ma causata dall’incipiente degenerazione cerebrale. Un primo “segnale” mandato avanti e fin qui frainteso come “normale” depressione, stando alla ricerca dell’University of Western Australia che andrà confermata da altre indagini.
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LO STUDIO
Il gruppo guidato dal professor Osvaldo Almeida è partito da questa osservazione: l’impiego di antidepressivi non faceva diminuire il rischio della demenza associata alla depressione. I ricercatori hanno arruolato più di 12.000mila uomini di età 65-84 anni viventi a Perth nel 1996. Negli anni queste persone sono state risentite in merito a vissuti di depressione o meno.
In media sono stati controllati per circa 9 anni e le cifre di depressione/demenza o di nessuna demenza hanno fatto capire agli studiosi australiani questa possibilità del disturbo dell’umore come sintomo premonitore di un imminente declino cognitivo. «Si può pensare - hanno scritto Almeida e i colleghi - che la depressione che compare in giovinezza o nella mezza età possa contribuire a modulare il rischio di demenza più tardi nella vita, mentre la depressione che nasce in età avanzata sia più frequentemente una precoce manifestazione di un sottostante processo neurodegenerativo».
DUE-TRE ANNI PRIMA
Sulla ricerca pubblicata su Translational Psychiatry, Massimo Tabaton, docente di Neurologia all’Università di Genova, impegnato in particolare sul terreno delle malattie neurodegenerative, osserva: «Sì, la depressione nel corso della vita è un non forte fattore di rischio per la demenza, ma può anche, come affermano i ricercatori australiani, essere il primo sintomo della demenza, che si presenta due-tre anni prima. In particolare se l’anziano non ha mai sofferto di disturbo dell’umore negli anni precedenti».
Continua il professor Tabaton: «Probabilmente quando avviene un calo della funzionalità del cervello il disturbo dell’umore si manifesta prima dei disturbi della memoria, tipici della demenza, in particolare Alzheimer. Il più segnato dal declino indotto dall’età è il lobo frontale che è collegato all’iniziativa, la spinta a fare progetti, ed ecco dunque la depressione». Sono diverse le due depressioni, quella pura e quella segnale di un calo cognitivo? «Distinguerle è molto difficile distinguerle, anche perché nella depressione maggiore c’è una diminuzione della memoria, tant’è che un tempo la si chiamava pseudo-demenza». Un segnale diverso da risposte diverse agli antidepressivi? «No, gli antidepressivi si dimostrano efficaci in tutt’e due tipi di depressione». Solo il tempo chiarirà se quel disturbo angoscioso, battuto dagli antidepressivi, era un sintomo prodromico dell’Alzheimer.
Serena Zoli
Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.