Ammalarsi presto di un disturbo bipolare di tipo 2 predispone a un passaggio più difficile all'autunno e alla primavera
Chi sviluppa in età giovanile un disturbo bipolare di tipo 2, più facilmente rischia di avvertire un disturbo dell’umore legato al cambio delle stagioni. Una condizione che, nel Dsm5 (il manuale diagnostico dei disturbi mentali), non è riconosciuta come un disturbo indipendente. Bensì come una caratteristica specifica della depressione maggiore e del disturbo bipolare (di tipo 1 e 2). Ad accendere una luce su questa condizione, per ultimi, sono stati i ricercatori della Korea University di Seul, guidati da Heon-Jeong Lee (direttore del dipartimento di psichiatria).
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CHE COSA SIGNIFICANO BIPOLARE E DISTURBO AFFETTIVO STAGIONALE
Prima di procedere con il racconto del loro lavoro, ci pare opportuno chiarire, che cosa si intende con bipolare 1, 2 e Sad (disturbo affettivo stagionale). «Il disturbo dell’umore bipolare, come dice il termine, ha due polarità: la depressione e la mania, che di fatto sono due opposti - spiega Bernardo Dell’Osso, direttore della clinica psichiatrica dell’Ospedale Sacco di Milano -. Questo a differenza della depressione, o depressione unipolare, in cui regna solo l’umore basso. Niente elevazione del senso di vivere. Se la polarità positiva si manifesta come ipomania, una mania più bassa, può non esserci disfunzionamento. La persona può lavorare, si trova bene con gli amici. L’ipomania dura però poco. Alcuni giorni e riprende l’altro polo: l’umore nero. Oppure c’è il salto nella mania vera e propria, che è allegria sì, ma con tanti inconvenienti per la persona (e per chi gli sta intorno. Chi ne soffre è sovraeccitato, perde il controllo, si caccia in guai di ogni genere, anche finanziari, ha comportamenti così esagerati da richiedere, a volte, l’ospedalizzazione».
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UNA VITA SULLE «MONTAGNE RUSSE»
E il bipolare numero 2 in cosa è differente? «Si tratta di un sottotipo, il polo diciamo positivo è costituito da ipomania. Le fasi depressive sono uguali nelle due categorie di bipolari. Ma in quelli di tipo 2 possono subentrare comunque allegria, benessere, capacità di lavorare e di mantenere le relazioni sociali». Dunque il disturbo bipolare di tipo 2 è meno grave? «Per i singoli episodi si potrebbe dire di sì, ma non nel discorso longitudinale, perché la persona è sempre sulle montagne russe». Aggiunge lo specialista: «Tra l’altro il bipolare di tipo 2 a volte non è compreso e confuso per un paziente depresso. Questo perché spesso si sente bene e l’ipomania può sfuggire anche allo specialista». Un aspetto di non poco conto, che può tradursi nel ricorso al trattamento meno adeguato.
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IL DISTURBO AFFETTIVO STAGIONALE NON È SOLTANTO IL CATTIVO UMORE AUTUNNALE
Ultima puntata delle sigle, il Sad. Riprende Dell’Osso: «Il disturbo affettivo stagionale si ha quando l’umore segue la stagionalità: depresso in autunno e in inverno, alto e ottimista in primavera e in estate. Da non confondere questa dualità con la normale malinconia che spesso si prova nei mesi brutti o con l’allegria della bella stagione, che riguardano un po’ tutti. Il concetto di stagionalità deve essere differenziato da quella che è la fisiologica reattività dell'umore ai cambi di stagione, di fotoperiodo, temperatura e ad altri parametri metereologici, presentando una connotazione sindromica che alla variazione del tono dell'umore frequentemente associa significative alterazioni dei livelli di energia, del sonno, dell'appetito, della quota ansiosa e del funzionamento cognitivo. Col Sad parliamo di un vero disturbo».
LE CONFERME DA UNO STUDIO COREANO
Tornando all’ultima ricerca, gli studiosi della Korea University hanno arruolato 378 giovani (under 35), in cura per un disturbo dell’umore da meno di due anni. Tutti hanno dovuto rispondere a questionari sulla bipolarità e la stagionalità. Accanto a loro, un gruppo di controllo di persone sane (235). Tra i partecipanti, 139 sono stati diagnosticati con depressione maggiore, 101 con disturbo bipolare 1 e 139 col bipolare di tipo 2. Tutti, rispetto al gruppo di controllo, hanno dimostrato un andamento stagionale del tono dell’umore. Con queste particolarità: le persone con una depressione maggiore e con un disturbo bipolare 1 hanno dimostrato di soffrire di Sad nel 10 per cento dei casi, mentre i bipolari 2 nel 23 per cento (contro il sei per cento il gruppo di controllo). Gli scienziati orientali hanno anche individuato che i bipolari 1 risentivano soprattutto della depressione stagionale dell’inverno, i malati di depressione maggiore risentivano più del buonumore dell’estate.
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UN DISTURBO SPESSO INCOMPRESO
Infine il commento allo studio di Dell’Osso: «La stagionalità è ritenuta una componente molto importante dei disturbi depressivi, in particolare di quelli bipolari. La ricerca in questione ha il merito di aver associato la presenza della stagionalità con le forme bipolari a esordio precoce, in particolare con il sottotipo di disturbo bipolare di tipo 2, spesso erroneamente diagnosticato come depressione unipolare. Tali espressioni di disturbo bipolare possono manifestarsi anche prima dell'età adulta e un esordio precoce rappresenta a sua volta un indicatore di severità di malattia, associato a storia familiare spesso positiva per disturbi bipolari».
Serena Zoli
Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.