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L'esperto risponde
Fabio Di Todaro
pubblicato il 05-01-2021

Vaccino Covid-19: indicazioni per chi ha una malattia autoimmune



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In assenza di dati specifici, la scelta di vaccinarsi o meno deve tenere conto del rischio infettivo e dello stato della malattia al momento della profilassi

Vaccino Covid-19: indicazioni per chi ha una malattia autoimmune

«Ho l’artrite reumatoide. È un problema per il vaccino contro Covid 19?». La domanda, postaci da una lettrice su Facebook, offre lo spunto per parlare di un’ampia categoria di pazienti. Quella di chi soffre di artrite reumatoide e, in maniera più ampia, di tutti coloro che convivono con una malattia autoimmune. In Italia sono all’incirca 200mila persone, perlopiù donne. Si tratta di pazienti che soffrono di condizioni croniche e come tali considerati più a rischio rispetto alla popolazione generale, in caso di contagio. Da qui il dubbio posto dalla lettrice, che a sentire la comunità dei reumatologi oggi accomuna molti di questi pazienti. Soprattutto gli anziani che vivono nelle Rsa e il personale sanitario, le prime categorie coinvolte nella campagna vaccinale. 


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LA RISPOSTA AL VACCINO NEI PAZIENTI CON UNA MALATTIA AUTOIMMUNE

I pazienti con l’artrite - e, più in generale, con una malattia autoimmune - possono sottoporsi tranquillamente alla vaccinazione? Lo abbiamo chiesto a Guido Valesini, professore emerito di reumatologia all’Università di Roma La Sapienza. «Il dubbio nasce dal fatto che queste malattie sono causate da una reazione eccessiva del sistema immunitario, che finisce per attaccare anche le cellule e i tessuti del nostro organismo. A oggi sono note circa un centinaio di malattie dovute ad una causa autoimmune. Alcune sistemiche, come per esempio l’artrite reumatoide, il lupus eritematoso sistemico, la sclerodermia, le connettiviti e la sclerosi multipla. Altre legate a un singolo organo, come la celiachia, il diabete di tipo 1 e la tiroidite di Hashimoto. I soggetti affetti da queste malattie spesso temono che la risposta immunitaria che accompagna l’inoculo di un vaccino possa determinare una ripresa della malattia. Si tratta di un evento raro, ma comunque possibile, specie in caso di vaccini che contengano adiuvanti e in persone con una malattia in fase attiva».


I bisogni dei malati reumatici dopo Covid-19

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TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

LA SCELTA PUÒ VARIARE CON LE FASI DELLA MALATTIA

Cosa rispondere pertanto alla lettrice che chiede se i pazienti con artrite reumatoide possano farsi inoculare senza rischi il vaccino attualmente in uso in Italia (quello realizzato da Pfizer Biontech)? «Al momento non è stato pubblicato alcun dato, a questo proposito - prosegue l'esperto, che ha coordinato la stesura del documento sulla sicurezza dei vaccini nei pazienti con malattie autoimmuni della Società Italiana di Reumatologia -. Come sanno i nostri pazienti, è ben diverso avere un'artrite reumatoide in fase attiva o in remissione. La mancanza di dati clinici sufficienti a fornire una risposta definitiva condiziona anche l’indicazione alla vaccinazione. Quello che possiamo dire, al momento, è che non sembrano esserci rischi particolari per chi ha una malattia ben controllata. Mentre, nel caso in cui questa, compresa l’artrite reumatoide, sia in una fase di riacutizzazione, potrebbe essere consigliabile rimandare l’appuntamento con il vaccino contro Covid-19. Cosa che peraltro diciamo anche per tutti gli altri vaccini».

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UNA DECISIONE DA CONCORDARE CON IL REUMATOLOGO

La decisione deve essere pertanto presa in accordo con il reumatologo. «Sarà lo specialista che ha in cura la persona prossima alla vaccinazione a consigliare il malato e a fornire indicazioni per il medico di sanità pubblica incaricato della vaccinazione - conclude Valesini -. In estrema sintesi possiamo affermare che i soggetti affetti da malattie autoimmuni reumatologiche non sono a maggior rischio di contrarre la Covid-19 né di ammalarsi di una forma più grave di questa. Non ci sono evidenze che controindichino la vaccinazione con il vaccino Pfizer-Biontech ora in uso anche in questi pazienti, a condizione che la malattia sia in remissione o comunque ben controllata. Ma la mancanza di dati specifici non permette di formulare raccomandazioni definitive». Ecco perché è indispensabile una valutazione caso per caso da parte degli specialisti, in cui si dovrà tenere conto dello stato della malattia reumatica autoimmune e del rischio con cui convive il paziente anche in funzione dell'attività che svolge. 

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Fabio Di Todaro
Fabio Di Todaro

Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).


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