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Neuroscienze
Daniele Banfi
pubblicato il 02-09-2024

Obesità come fattore di rischio nella sclerosi multipla?



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Nelle donne l'autoimmunità tipica della malattia sembrerebbe essere indotta anche dall'obesità. L'infiammazione gioca un ruolo fondamentale

Obesità come fattore di rischio nella sclerosi multipla?

Individuato uno dei meccanismi alla base della sclerosi multipla nelle donne. Anche se il risultato è stato ottenuto in modello animale, gli autori dello studio hanno scoperto in che modo l'obesità -aumentando l'infiammazione- può portare il sistema immunitario ad attaccare la mielina in soggetti predisposti a sviluppare la malattia. I risultati sono stati pubblicati dalla rivista Cell Metabolism.

CHE COS'È LA SCLEROSI MULTIPLA?

La sclerosi multipla è una patologia neurologica di origine autoimmune che causa la progressiva perdita del controllo muscolare. Al mondo ne soffrono quasi 2 milioni e mezzo di persone, quasi 100 mila nella sola Italia. Principale indiziato nell'insorgenza della sclerosi è il sistema immunitario che, per ragioni ancora da chiarire, viene iper-attivato causando la distruzione della mielina, quella sostanza che isola le cellule nervose e che consente la corretta conduzione degli impulsi.

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QUALI SONO LE CAUSE?

Le cause alla base della malattia sono molteplici. Ambiente, predisposizione genetica e pregresse infezioni da virus dell'Epstein-Barr sono solo alcune. La sclerosi multipla è però una malattia prevalentemente femminile. Le donne hanno 2-3 volte più probabilità di ammalarsi rispetto agli uomini. Ecco perché da tempo la ricerca si sta concentrando nel tentativo di comprendere le ragioni di questo fenomeno.

LO STUDIO

Nello studio pubblicato dai ricercatori della University of Toronto, i ricercatori hanno scoperto in che modo l'obesità può favorire e peggiorare la malattia. L'analisi è partita dall'osservazione che nelle donne con obesità vi è una maggiore produzione di alcune molecole pro-infiammatorie da parte del sistema immunitario. Molecole che sono prodotte in eccesso anche nella sclerosi multipla. Partendo da questa caratteristica comune, gli scienziati hanno voluto verificare in modello animale il legame tra obesità e sclerosi multipla. Per farlo hanno sottoposto dei topi predisposti geneticamente allo sviluppo della sclerosi ad una dieta ipercalorica. Questa ha portato ad un aumento dell'infiammazione nel sistema nervoso centrale con un peggioramento delle disabilità e un aumento di cellule del sistema immunitario anomale in grado di distruggere la mielina. Esattamente ciò che accade nella sclerosi multipla. Ma questo peggioramento è stato osservato solo nei topi femmina e non nei topi maschio. 

LA PROVA DEL NOVE

Ma c'è di più. Sospettando gli ormoni femminili quali complici del meccanismo, gli autori dello studio hanno scoperto che rimuovendo le ovaie e bloccando i recettori dell'interferone presenti sulle cellule del sistema immunitario era possibile annullare l'effetto infiammatorio indotto dall'obesità. Un risultato importante che dimostra come l'obesità possa aumentare il rischio di sclerosi multipla nelle donne, aprendo la strada a nuove strategie di prevenzione che potrebbero includere il controllo del peso e l'intervento sugli equilibri ormonali. 

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Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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