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Neuroscienze
Daniele Banfi
pubblicato il 24-01-2025

Parkinson: portare la dopamina direttamente al cervello



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Una nuova terapia somministra dopamina direttamente nel cervello, migliorando i sintomi del Parkinson rispetto ai trattamenti tradizionali

Parkinson: portare la dopamina direttamente al cervello

Infondere la dopamina direttamente nel cervello "bypassando" i limiti della terapia tradizionale. Potrebbe essere questo un nuovo metodo per trattare la malattia di Parkinson, specialmente in quelle persone diventate "resistenti" alle cure tradizionali. A sperimentare il nuovo metodo, basato sullo sviluppo di una pompa ad infusione direttamente collegata con il cervello, sono stati i ricercatori francesi del Parkinson’s Disease Centre of Excellence di Lille (Francia). I risultati preliminari sono stati pubblicati dalla rivista Nature Medicine.

CHE COS'È IL PARKINSON?

Il Parkinson è una malattia neurodegenerativa che colpisce il cervello causando sintomi come tremori, rigidità e difficoltà nei movimenti. Questo accade perché i neuroni che producono dopamina, neurotrasmettitore essenziale per molte funzioni tra cui il controllo motorio, si riducono progressivamente. Oltre ai sintomi fisici, molte persone possono avere anche problemi cognitivi e non motori. n Europa, si stima che oltre 1,2 milioni di persone convivano con questa patologia, con numeri destinati a crescere a causa dell’invecchiamento della popolazione.

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COME SI CURA?

Ad oggi la malattia viene affrontata con diverse strategie. L’obiettivo principale è compensare la mancanza di dopamina nel cervello. Il trattamento di riferimento è la levodopa, un farmaco che il corpo converte in dopamina. Tuttavia, con il passare del tempo, l’uso prolungato della levodopa può causare effetti collaterali come movimenti involontari e una riduzione dell’efficacia, con fluttuazioni nei sintomi durante la giornata. Accanto alla levodopa sono disponibili altri trattamenti come gli agonisti della dopamina, gli inibitori delle MAO-B e terapie avanzate, tra cui la stimolazione cerebrale profonda e i sistemi di infusione continua di farmaci che aiutano a gestire i sintomi nei casi più complessi.

SOMMINISTRARE LA DOPAMINA NEL CERVELLO

Nonostante questi progressi, il vero limite delle terapie con levodopa è rappresentato dall'impossibilità di somministrare la sostanza direttamente nel cervello. Per provare a risolvere questi problema i ricercatori francesi hanno messo a punto una tecnica che utilizza una pompa posizionata nell’addome in grado di inviare la dopamina direttamente nel cervello tramite un catetere. Questo approccio ha il vantaggio di bypassare due ostacoli principali della terapia convenzionale: la barriera digestiva e la barriera ematoencefalica, che limitano l’assorbimento e l’efficacia della dopamina somministrata per via orale.

I RISULTATI DELLO STUDIO

Nello studio pubblicato su Nature Medicine, il trattamento (prima realizzato su 12 pazienti per valutare la sicurezza e poi su 9 per iniziare a capire l'efficacia) è stato confrontato con la terapia tradizionale. I risultati hanno mostrato che, con la dopamina somministrata direttamente al cervello, il tempo in cui i pazienti soffrivano di sintomi come discinesie o rallentamenti era ridotto. Anche i diari dei pazienti confermavano un miglioramento generale.

I PROSSIMI PASSI

Questi primi dati dimostrano che il metodo è sicuro e potrebbe offrire un controllo più stabile dei sintomi del Parkinson. Tuttavia -come sottolineano gli autori- saranno necessari ulteriori studi con un numero maggiore di pazienti per confermare i benefici e verificare se questa terapia può diventare una nuova opzione per il trattamento della malattia.

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Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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