L'ipotesi che la caseina possa aumentare il rischio di insorgenza di diversi tumori non ha alcun fondamento scientifico
Tra tutto ciò che si dice del latte, questa è sicuramente una delle affermazioni più diffuse. In realtà l'ipotesi che la caseina contenuta nell'alimento possa aumentare il rischio di insorgenza di diversi tumori non ha alcun fondamento scientifico. La convinzione è una delle tesi principali contenute nel libro The China Study del nutrizionista americano Colin T. Campbell, pubblicato nel 2005 ma diventato un caso editoriale internazionale.
In questo libro, l’autore trae la sua conclusione basandosi sulla considerazione che i cinesi, minori consumatori di latte e proteine animali, hanno una minor incidenza di tumori degli occidentali e su alcuni studi condotti su topi di laboratorio. In questi esperimenti venne indotto nei topi un tumore attraverso aflatossine, e successivamente gli animali furono divisi in due gruppi: uno alimentato con una dieta ricca in caseina e uno con proteine del frumento. I tumori nei topi del primo gruppo crescevano maggiormente, da cui fu dedotto che la caseina stimolasse la moltiplicazione tumorale.
L’esperimento era però viziato da un errore di fondo. Il nostro organismo,
così come quello degli altri mammiferi, non riesce a sintetizzare tutti gli
aminoacidi necessari a formare le proteine. Per cui questi, detti essenziali, devono essere assunti con l'alimentazione. Le proteine di origine animale, tra cui la caseina, contengono tutti gli aminoacidi essenziali e sono per tanto dette nobili. Le proteine di origine vegetale hanno quasi sempre un aminoacido poco rappresentato detto limitante ed è il motivo per cui è necessario, in un'alimentazione a base vegetale, combinare più fonti proteiche in modo da compensare gli aminoacidi limitanti. Nelle proteine del frumento, l’aminoacido limitante è la lisina. Quindi, negli esperimenti di Campbell è stato confrontato l'effetto di una fonte di proteine nobili con una fonte di proteine non nobili, motivo per cui le cellule, anche quelle tumorali, rispondevano di più alla caseina. Semplicemente, si trattava una fonte di cibo migliore.
In successivi esperimenti, appositamente non inclusi e non nominati nel
The China Study dall’autore, aggiungendo la lisina alle proteine del frumento,
si avevano analoghi effetti sulla crescita tumorale. Inoltre, alcune delle proteine del siero di latte hanno invece proprietà antitumorali. Infatti, i topi di Campbell nutriti con un’alimentazione povera di alcuni amminoacidi essenziali hanno successivamente sviluppato tumori primari del fegato associati alla carenza di alcune proteine che rimuovono le tossine dall’organismo. Questo è solo un esempio di come il manoscritto basato sulle ricerche del Dottor Campbell, pur avendo il fascino letterario di un best-seller, sia lontano da una pubblicazione di validità scientifica statisticamente significativa.
Questa vicenda ci mostra che non ha senso accusare un singolo alimento
di provocare malattie, o eleggerne un altro a cura di tutti i mali. La scienza, a oggi, riconosce che lo stile di vita nel suo complesso può aumentare o diminuire il rischio di malattia e per quanto riguarda l’alimentazione le regole d'oro sono semplici: moderazione, varietà e giusto equilibrio di nutrienti, seguendo possibilmente la stagionalità dei prodotti.