L'intervento dello psichiatra è indicato quando il normale disagio psichico associato alla malattia diventa grave e richiede l’uso di farmaci
Lo psichiatra è il medico deputato a curare i disturbi psichici sia attraverso il trattamento psicoterapeutico sia attraverso quello farmacologico. È dunque il medico chiamato in causa quando il normale disagio psichico associato alla malattia diventa particolarmente grave e richiede l’uso di farmaci.
Spesso di fronte all’invio a uno psichiatra i malati provano incredulità e resistenza. La sofferenza mentale è ancora circondata da un forte stigma, la si imputa a qualche forma di debolezza personale. Questi pregiudizi accompagnano anche i farmaci impiegati per curarla. In realtà la sofferenza psichica è molto comune tra i malati di cancro. Confrontarsi con la minaccia del tumore, nelle varie fasi della malattia in cui si alternano procedure diagnostiche e diversi tipi di interventi, produce un grave stress che impegna tutte le risorse fisiche e mentali per un lungo periodo di tempo.
Questi fattori stressanti cronici hanno un forte impatto sulla capacità di rispondere alla malattia. Se il supporto psicologico e la psicoterapia non bastano, oppure se è necessario un intervento di rapido effetto, i farmaci possono aiutare l’organismo ad affrontare i costi psicofisici della malattia, a restituire un sonno corretto e favorire il recupero delle risorse naturali in modo da fronteggiare al meglio le cure.
Spesso i malati sono preoccupati per gli effetti collaterali dei farmaci, per le interazioni con il cancro e con i trattamenti che stanno già assumendo e persino per la possibile dipendenza. In realtà si tratta di rischi che lo psichiatra conosce bene. Inoltre questa figura agisce sempre di concerto con il gruppo dei medici curanti, in modo da scegliere in ogni momento la migliore opzione terapeutica possibile e da interrompere la cura non appena diventi superflua.