Chiudi
L'esperto risponde
Redazione
pubblicato il 03-06-2019

Cistiti recidivanti: si può usare il D-mannosio nei bambini?



Aggiungi ai preferiti

Registrati/accedi per aggiungere ai preferiti

Il D-mannosio è uno zucchero naturale che non viene assorbito. Nelle vie urinarie, agevola l'espulsione dei batteri con le urine. Incerta l'efficacia sui bambini

Cistiti recidivanti: si può usare il D-mannosio nei bambini?

Vorrei sapere se la mia bimba di 7 anni che soffre di cistiti recidivanti può utilizzare il D-mannosio? E a quale dosaggio? Francesca F. (Caserta)

Risponde Cosimo De Nunzio, urologo dell'azienda ospedaliero-universitaria Sant'Andrea di Roma

Le cistiti, come tali, fanno parte della grande famiglia delle infezioni delle vie urinarie. Queste sono estremamente comuni in età pediatrica. All’età di sei anni, circa il due per cento dei maschi e l’otto per cento delle bambine ha sofferto di almeno un'infezione urinaria. La grande maggioranza ha origine ascendente.

Deriva, cioè, dalla risalita dei germi dal perineo nelle vie urinarie. Proprio questo meccanismo spiega la maggiore frequenza delle infezioni urinarie nelle bambine. L’uretra femminile è, infatti, più corta e più rettilinea di quella del maschio e rende così più semplice il passaggio dei germi all’interno delle vie urinarie.


In età pediatrica, oltre che dalla stipsi cronica, le infezioni sono favorite dalla presenza di malformazioni urinarie come le valvole uretrali, le stenosi del giunto pielo-ureterale, anomalie nello sbocco dell’uretere in vescica e soprattutto il reflusso vescico ureterale.

Ulteriori fattori di rischio sono anche le diverse disfunzioni minzionali legate a malattie neurologiche. Alterazioni del sistema immunitario, come immunodeficienze congenite o acquisite, possono inoltre favorire lo sviluppo di un'infezione delle vie urinarie.


Nelle bambine con infezioni ricorrenti è opportuno escludere la presenza di eventuali malformazioni o condizioni di rischio, prima di iniziare qualsiasi terapia dichemioprofilassi. La presenza di infezioni urinarie deve essere confermata da un esame delle urine e da un'urinocoltura, avendo cura di raccogliere all’interno del barattolino sterile solo la parte intermedia della minzione (scartando le prime gocce di pipì).

Tutto ciò, naturalmente, dopo aver eseguito un’accurata igiene locale prima della raccolta. In seconda battura, suggerirei di eseguire un’ecografia dell’apparato urinario (reni e vescica) e di compilare un diario minzionale (numero e orario di ogni minzione per tre giorni).


Una volta appurato che non ci siano condizioni di rischio o predisponenti un'infezione urinaria, posso suggerire diversi approcci di profilassi, in accordo con le linee guida pediatriche della Società Europea di Urologia. Nei soggetti senza malformazioni o anomalie funzionali è buona norma eliminare, se presente, la stipsi, avere un adeguato apporto di liquidi ed evitare di ritardare a lungo la minzione. Per quanto riguarda la profilassi antibiotica, la società europea raccomanda l’assunzione di antibiotici in accordo con il referto dell’antibiogramma e in rapporto al peso e all’età. Resta in ogni caso una pratica sconsigliata nel caso di infezioni urinarie, non complicate come le cistiti semplici.


La profilassi con fitoterapici probiotici, utilizzata nella popolazione adulta, può essere presa in considerazione anche nei bambini. Al momento sono disponibili i dati relativi a tre grandi studi randomizzati sull’utilizzo del mirtillo rosso e di probiotici, nessuno invece relativamente al D-Mannosio. Quest'ultimo è uno zucchero di origine naturale che si estrae dalla corteccia di betulle e larici, ma che non viene assorbito dall’organismo, come il fruttosio. Una volta assunto, arriva alle vie urinarie. Qui lega le lectine batteriche, sistemi di adesione alla parete vescicale di molti batteri, e fa in modo che i batteri vengano espulsi con le urine.


Per rispondere alla sua seconda domanda, posso indicare i dosaggi come da foglietto illustrativo, sottolineando però che al momento non esistono studi clinici con elevato livello di evidenza che dimostrino l’efficacia del trattamento all’interno della popolazione pediatrica:   

  • Se la bambina pesa più di 25 chili, si possono assumere 500 milligrammi fino a 4-6 volte al giorno

  • Se la bambina pesa meno di 25 chili, il dosaggio si dimezza a 250 milligrammi 4-6 volte al giorno


A ogni modo, le consiglio di iniziare la terapia solo dopo aver consultato il suo urologo o pediatra.

 


Articoli correlati


In evidenza

Torna a inizio pagina