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Oncologia
Redazione
pubblicato il 26-09-2024

Per quanto tempo si può tenere un catetere urinario?



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Ci sono rischi con una cateterizzazione prolungata? E quali sono le misure da adottare? Le risposte dello specialista

Per quanto tempo si può tenere un catetere urinario?

Mio padre, settantenne, è stato cateterizzato un mese. Mi chiedo se non sia lunga e pericolosa per infezioni questa procedura. Per quanto tempo si può tenere un catetere urinario?

G. (domanda pervenuta via form L'Esperto Risponde)

Risponde il dottor Giorgio Gandaglia, medico urologo presso l’Unità di Urologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, Milano

Caro signore,

il posizionamento del catetere vescicale può rendersi necessario dopo un episodio di ritenzione urinaria acuta per consentire alla vescica di svuotarsi e, di conseguenza, ai reni di lavorare senza che si instaurino delle situazioni rischiose per il paziente. Nel caso di infezioni delle vie urinarie è necessaria una terapia antibiotica da determinare in base al tipo di infezione, alla gravità dei sintomi e agli esami di laboratorio e strumentali. Va inoltre valutata dall'urologo curante l'eventuale necessità di posizionamento di un catetere sovrapubico (inserito attraverso l'addome anzichè attraverso l'uretra) in base al quadro clinico.

In generale, il catetere vescicale può rimanere in sede per un periodo che varia generalmente tra i 15 e i 30 giorni e che dipende dal tipo di catetere stesso.

Dopo tale periodo si può effettuare un tentativo di rimozione del catetere vescicale nel corso del quale si verificherà che avvenga un corretto svuotamento della vescica.

Nel caso in cui tale tentativo di rimozione non vada a buon fine, può essere necessario riposizionare un catetere vescicale.

Nei pazienti in cui non vi sia un recupero della minzione spontanea può essere necessario sostituire periodicamente il catetere vescicale sino a quando non si risolverà la causa della ritenzione urinaria.

Una valutazione urologica resta fondamentale per capire la causa della ritenzione urinaria, gli accertamenti diagnostici necessari e le eventuali terapie per risolvere il quadro. 


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