I radiofarmaci sono molecole che contengono al loro interno un radionuclide (un atomo radioattivo) e possono essere utilizzati sia a scopo diagnostico sia terapeutico.
Sono affetto da un tumore e mi hanno proposto una terapia con i radiofarmaci. Che cosa sono e come funzionano? B.C., Roma
Risponde il Dottor Massimo Ippolito, direttore del Centro PET/CT, Unità di Medicina Nucleare dell’Azienda Ospedaliera Cannizzaro di Catania
I radiofarmaci sono molecole che contengono al loro interno un radionuclide (un atomo radioattivo) e possono essere utilizzati sia a scopo diagnostico sia terapeutico.
Un radiofarmaco è costituito da due componenti: il carrier, ossia una molecola con funzioni biologiche di trasporto, ed il nuclide radioattivo. L’uno è indispensabile all’altro: infatti il primo consente di veicolare il radionuclide fino a raggiungere l’organo o l’apparato di interesse, mentre il secondo permette attraverso l’uso di una strumentazione diagnostica adeguata di seguire la distribuzione nell’organismo del radiofarmaco, valutarne l’affinità per gli organi bersaglio e le variazioni delle funzioni biologiche cellulari.
I radiofarmaci ‘diagnostici’ permettono quindi di capire esattamente dov’è il tumore e qual è il suo comportamento biologico, fornendo le basi per impostare terapie personalizzate. Principalmente svolgono un ruolo in ambito oncologico, e in maniera minore possono essere utilizzati in ambito cardiologico e neurologico, in particolare per lo studio del Parkinson e dell’Alzheimer.
Ma la proprietà del radiofarmaco di fissarsi specificamente nelle cellule tumorali può essere sfruttata anche a scopo terapeutico. Basta infatti sostituire il radionuclide “diagnostico” con un radionuclide che emetta radiazioni corpuscolari che abbiano effetto letale solo per le cellule con cui vengono a contatto; in questo modo il radiofarmaco veicola l'agente terapeutico specificamente nella sede di malattia, esplicando la sua ‘azione tumoricida’. Tutto questo a fronte di una esposizione radiologica contenuta.Il radiofarmaco più noto a scopo terapeutico è il radioiodio che sfrutta l’affinità di tale molecola per la tiroide. Negli anni si sono sviluppati poi altri radiofarmaci ad uso terapeutico. I più comuni tra questi sono gli anticorpi radiomarcati che trovano spazio nella cura dei linfomi, di alcuni tumori cerebrali, i radiofarmaci “recettoriali” utilizzati per i tumori neuroendocrini e i radiofarmaci osteotropi impiegati nel trattamento sintomatico delle metastasi ossee.