I classici sintomi della menopausa innalzano del 70 per cento il rischio cardiovascolare e possono presentarsi anche due anni prima della fine del ciclo mestruale
Le donne che hanno vampate e sudorazioni notturne dopo la menopausa hanno il 70 per cento in più di possibilità di andare incontro ad attacchi di cuore, angina e ictus cerebrale. Eventi non fatali, precisa una ricerca condotta dall’University of Queensland in Australia e pubblicata sull'American Journal of Obstetrics & Ginecology. Ma che, se presenti già prima dell'inizio della menopausa, rappresentano un fattore di rischio cardiovascolare di cui tenere conto. Un'associazione - quest'ultima - che non era finora emersa chiaramente e che gli studiosi australiani ritengono adesso di aver messo nero su bianco. Ma andiamo con ordine.
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POCHE O TANTE? CONTA LA GRAVITÀ
Il dottor Dongshan Zhu - tra gli autori della ricerca - ha specificato che il rischio cardiovascolare è legato maggiormente alla gravità dei sintomi vasomotori e meno alla loro frequenza o durata. «Abbiamo constatato che le donne con intensi sintomi vasomotori erano passibili di un evento cardiovascolare non fatale più del doppio delle donne che non avevano questi sintomi». Un altro dei ricercatori, il professor Gita Mishra, ha sottolineato che «questi risultati possono avere importanti implicazioni cliniche. Le donne a rischio di disturbi cardiovascolari andranno infatti tenute sotto controllo in maniera più serrata per intercettare precocemente eventuali complicanze».
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BEN 23MILA DONNE SOTTO ESAME
Gli studiosi australiani sono partiti dai dati di Interlace, una collaborazione di 25 ricerche comprendente 500mila donne di tutto il mondo. Poi hanno scremato le cifre, scegliendo gli studi in cui erano indicate sia la frequenza sia l’intensità di vampate e sudorazioni notturne. Alla fine, le donne soggette all'analisi sono risultate 23mila. «Questa è una ricerca estremamente importante, con un numero davvero ampio di soggetti esaminati - dichiara Anna Vittoria Mattioli, associato di cardiologia all’Università di Modena e Reggio Emilia (Unimore) -. Ci sono le donne che hanno soltanto le vampate o soltanto le sudorazioni e altre che hanno ambedue i sintomi. Anche di questo è stato tenuto conto nello studio». Nel lavoro, è stato esaminato quando fossero comparse le vampate. La maggior parte delle donne ha riferito dopo l’ultimo ciclo mestruale, dunque già in menopausa. Altre avevano invece avuto le prime avvisaglie già nei due anni precedenti. Un aspetto non sorprendente, comunque, dal momento che gli ormoni alterano il loro ciclo, benché il flusso mensile continui.
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UN CAMPANELLO PER LA PREVENZIONE
Nello studio sono comunque stati valutati altri parametri: come i valori di colesterolo e pressione sanguigna, la presenza di diabete e obesità. Tutti indicatori di un maggior rischio cardiovascolare nelle donne. «L’ipotesi della ricerca australiana è questa: sappiamo che nella donna quando entra in menopausa si alza il rischio cardiovascolare - spiega la cardiologa -. Andiamo a vedere se la comparsa di un sintomo vasomotorio può essere usato per identificare quelle che in futuro possono sviluppare malattie cardiovascolare. Così ricerchiamo un precoce campanello d'allarme utile in chiave preventiva». Si è così scoperto che conta più l’intensità della frequenza delle vampate. E se la paziente ha ambedue i sintomi (vampate e sudorazioni notturne), il rischio è considerato molto alto rispetto a quello con cui convivono le donne che non ne avvertono alcuno.
SUDORI PIU' RISCHIOSI DELLE VAMPATE
Della ricerca, la professoressa Mattioli sottolinea quanto un campione di 23mila donne esaminate sia enorme per uno studio clinico e come sia encomiabile la metodologia applicata. «C’è anche la distinzione tra i due sintomi vasomotori: la sudorazione notturna è più rischiosa delle vampate. Sono due fenomeni che hanno origini diverse. Probabilmente la sudorazione di notte crea disturbi al sonno, per esempio apnee, che a loro volta aumentano il rischio cardiovascolare». Nella ricerca si ripete più volte che quelli legati ai sintomi vasomotori sono eventi comunque non fatali. Ma, conclude lo specialista, «questo perché il dato morte non è stato preso in esame».
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Serena Zoli
Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.