Un nuovo studio associa gli alimenti industriali a depositi di grasso nei muscoli delle cosce, fattore chiave nell'insorgenza dell'artrosi del ginocchio
Si chiamano cibi processati o ultra-processati quegli alimenti che hanno subito una lavorazione industriale. Tutto il contrario dei cibi fatti con ingredienti naturali e poco lavorati. Questi ultimi risultano in regressione nelle diete diffuse perché è più facile o accattivante procurarsi i primi prodotti, che poi spesso stanno per una lunga vita sugli scaffali di casa.
TRA I RISCHI IL TUMORE DEL COLON E LA DEMENZA
La scienza dell’alimentazione in generale non ha giudizi positivi sul consumo esteso di cibi ultra-processati. Si tratta di una categoria molto ampia, che sempre più dati correlano a problemi di salute, dai tumori colorettali a certe insonnie, a un aumentato rischio di demenza, forse anche all’ansia e alla malinconia. Ora un nuovo studio, presentato al meeting annuale della Radiological Society of North America a Chicago (Usa), dichiara che questi alimenti generati dall’industria, se consumati in quantità, producono depositi di grasso nei muscoli delle cosce. E questo avviene indipendentemente dalle tante o poche calorie della dieta e anche dal livello di attività fisica che si svolge.
LA DEGENERAZIONE DELLA CARTILAGINE
Da questo rischio ne deriva un altro: il formarsi dell’osteoartrite o artrosi del ginocchio. In che cosa consiste? È una condizione degenerativa che tocca la cartilagine articolare, causando dolore, gonfiore e rigidità. Colpisce circa il 6 per cento degli adulti e tende a manifestarsi maggiormente dopo i 50-60 anni, con una prevalenza nelle donne. «La novità di questa indagine – dice la ricercatrice Zehra Akkaya – sta nel fatto che investiga l’impatto della qualità della dieta, in particolare il ruolo dei cibi ultra-processati, in relazione al grasso intramuscolare nelle cosce, controllato con la risonanza magnetica. È il primo studio di imaging che guarda alla relazione tra la qualità dei muscoli scheletrici vista con la risonanza magnetica e la qualità della dieta».
INDAGINE SU 666 PERSONE DI 60 ANNI
La ricerca rientra nella Osteoarthritis Initiative, un programma a livello nazionale sostenuto dagli Istituti nazionali per la Salute degli Stati Uniti e volto a individuare la migliore prevenzione rispetto all’artrosi del ginocchio. I medici hanno esaminato 666 persone di cui un terzo donne, età media 60 anni, quasi tutti sovrappeso e che nell’ultimo anno avevano mangiato per il 40 per cento cibi ultra-processati. Sono cibi con grande attrattiva, a volte anche per il costo più basso, ma il loro segreto sta nella combinazione di zuccheri, grassi, sale e carboidrati che stimolano il cosiddetto “sistema della ricompensa” cerebrale, e questo rende difficile rinunciarvi. Spesso accarezzano il palato, titillano aree del piacere nascoste.
STRIATURE DI GRASSO AL POSTO DELLE FIBRE MUSCOLARI
«Varie ricerche nostra e di altri hanno già dimostrato che il declino quantitativo e funzionale dei muscoli delle cosce è potenzialmente associato con l’insorgere e il progredire dell’osteoartrite del ginocchio – ha detto ancora Zehra Akkaya. – Nelle immagini della risonanza questo declino appare chiaro vedendo che striature di grasso hanno rimpiazzato le fibre muscolari. Nella popolazione adulta a rischio di osteoartrite al ginocchio o all’anca, ma ancora senza malattia, il consumo continuato di alimenti industriali la porterà a quel grasso intramuscolare. E questo avverrà a prescindere dal valore calorico del regime alimentare, del livello di sovrappeso, dei fattori sociodemografici o della quantità dell’attività fisica».
LA PREVENZIONE? CAMBIARE STILE DI VITA
Una prospettiva che sembra minacciosa? La dottoressa Akkaya rischiara l’orizzonte ricordando che i rischi ventilati sono per fortuna legati a nostri comportamenti modificabili. Si tratta di volgersi a uno stile di vita più sano: si tratta di combattere l’obesità e le scelte non salutari. «Ci stanno dinanzi autentiche autostrade dirette al cambiamento e al controllo della malattia».
QUALI SONO I CIBI ULTRA-PROCESSATI?
In finale, un elenco di cibi ultra-processati (alcuni insospettabili) come guida: i cereali della prima colazione, le margarine e le creme spalmabili, gli yoghurt alla frutta, gli spuntini/snacks confezionati, gli hot dogs, le bibite analcoliche, le bibite energetiche, caramelle e dessert, le pizze surgelate, i cibi già pronti, il pane e i panini confezionati prodotti in serie, fette biscottate, patatine, biscotti e dolci industriali, pesce e carne trasformati (in polpette, wurstel, salsicce o bastoncini di pesce, per esempio) e le salse già pronte in commercio tipo ketchup e maionese.
Serena Zoli
Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.