Le donne fumatrici in premenopausa e menopausa rischiano moltissimo, cinque volte di più rispetto agli uomini coetanei. Ecco cosa dice la scienza
Testo tratto dal quaderno “Menopausa. I consigli alimentari della Fondazione Veronesi”
Il fumo andrebbe sempre evitato, a maggior ragione in menopausa. Il fumo di sigaretta oggi è la causa diretta del 21% dei decessi per malattie cerebrovascolari e del 50% degli eventi coronarici acuti prima dei 50 anni. Le donne fumatrici in premenopausa e menopausa rischiano moltissimo, cinque volte di più rispetto agli uomini coetanei. Lo ha dimostrato uno studio europeo presentato al Congresso della Società Europea di Cardiologia che ha misurato come alcuni fattori di rischio influenzino lo spessore delle carotidi, le arterie del collo deputate a portare il sangue al cervello. Questo sembra dipendere da un fatto ormonale: dopo una certa età, infatti, le donne non possono più contare sull’effetto protettivo degli estrogeni.
Le donne fumatrici in premenopausa, infatti, hanno livelli di estrogeni più bassi: in queste donne il danno del fumo supera l’effetto protettivo degli estrogeni. E non solo: un’altra ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Menopause ha messo in evidenza che vi può essere un’associazione tra l’esposizione al fumo di sigaretta (a partire dal grembo materno e poi a seguire come fumatrici attive, ma anche passive) e l’insorgenza di menopausa precoce: il rischio è tre volte maggiore rispetto alle donne non esposte al fumo. Un altro buon motivo per non accendere mai la prima sigaretta o, nel caso, per spegnerla subito per sempre.
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