Un’indagine mette in luce la diffusione sul territorio di clamidia, gonorrea e trichomonas, spesso asintomatiche. Serve più consapevolezza
Scarsa informazione, poca attenzione verso i fattori di rischio, insufficienti campagne di sensibilizzazione sui pericoli e implicazioni correlate alle malattie a trasmissione sessuale. Sono i tre elementi chiave che hanno indotto la crescita di alcune patologie "intime", spesso asintomatiche e dunque a maggior rischio di contagio del partner, in una fetta di popolazione sempre più ampia. A mettere in luce il problema, sollevando qualche preoccupazione da parte del sistema di sorveglianza sentinella delle Infezioni Sessualmente Trasmesse, del Centro operativo Aids dell’Istituto Superiore di sanità e dell’Associazione microbiologi clinici italiani, è una vasta indagine condotta sul territorio nazionale che coinvolge concittadini e popolazione straniera.
La guida al sesso sicuro dell'Organizzazione Mondiale della Sanità
GONORREA IN FORTE AUMENTO
Chlamydia trachomatis, Neisseria gonorrhoeae e Trichomonas vaginalis: sembrano essere queste le tre infezioni sessualmente trasmesse che si stanno diffondendo fra la popolazione italiana e straniera, giovane o adulta, prevalentemente femminile. Anche in dolce attesa. È quanto emerge da una indagine, condotta tra il 2009 e la fine del 2013, effettuata su quasi 94mila esami richiesti da medici di medicina generale e da ginecologi, raccolti in 134 laboratori di microbiologia clinica dislocati sul territorio nazionale.
L’indagine può considerarsi obiettiva non solo per l’ingente numero di campioni esaminati, ma anche per le caratteristiche degli stessi che hanno preso in considerazione una popolazione con età media 35 anni, dunque coprendo anche la fascia più giovane, e mista. Cioè per lo più nazionale senza escludere però le presenze straniere provenienti da altri Paesi europei, ma anche dall’Africa, America, Asia e Oceania. I risultati dell’indagine confermerebbero che è portatore di malattie sessualmente trasmissione all’incirca il 50% della popolazione, affetta da forme per lo più asintomatiche.
«Un dato su cui riflettere - commenta Pierangelo Clerici, direttore dell'unità operativa complessa di microbiologia all'ospedale di Legnano e presidente dell'Associazione dei Microbiologi Clinici Italiani, nella Settimana del Benessere Sessuale - perché le manifestazioni silenti mettono maggiormente a rischio la salute di chi ne è colpito, che viene a conoscenza della malattia quando gli effetti critici sono già emersi o avanzati, con un conseguente rischio anche per la salute del partner abituale e/o occasionale».
FATTORI DI RISCHIO
Uno dei problemi delle malattie a trasmissione sessuale sta proprio qui: in rapporti vissuti alla leggera con compagni non fissi e nell’abuso di alcool e utilizzo di droghe che, entrambi, hanno incrementato la percentuale di Chlamydia trachomatis, soprattutto nella fascia d’età 15-25 anni, della Neisseria gonorrhoeae prevalentemente nei maschi e del Trichomonas vaginalis per lo più fra le donne. Ed è proprio alla popolazione femminile che va riservata la maggiore attenzione: «Abbiano rilevato - continua il Presidente - che la più alta percentuale di infezioni sessuali è presente in donne in stato di gravidanza, evidenziando la necessità di svolgere i test per queste patologie anche fra queste donne in quanto esse possono avere complicanze e ripercussioni anche sul nascituro». Gli stessi patogeni risultano i più diffusi anche a livello europeo. Come documentato dagli European Centre for Disease Prevention and Control nell'ultimo rapporto sulle infezioni sessualmente trasmesse, la clamidia rimane la più ricorrente. Ma è il trend di crescita della gonorrea (+79% dal 2008) a preoccupare. A essere colpiti sono sopratutto gli uomini, la metà dei quali - nel 2013 - omosessuali.
LA PREVENZIONE
Per queste infezioni non ci sono vaccini disponibili, come nel caso dell’Hpv, un’altra malattia a trasmissione sessuale causa dell’insorgenza di tumore del collo dell’utero controllabile e prevenibile con la somministrazione di un vaccino prima dell’inizio dell’attività sessuale, verso queste tra malattie. L’unica arma efficace è l’informazione: «Occorre implementare campagne di sensibilizzazione e di screening - conclude Clerici - mirate soprattutto agli adolescenti per evitare importanti sequele indotte da queste malattie, alcune delle quali possono portare anche all’infertilità.
Oggi gli strumenti ci sono: le più recenti tecniche molecolari consentono infatti di arrivare a definire anche attraverso un semplice campione di urina, i microrganismi patogeni responsabili delle malattie sessualmente trasmesse in tempi brevissimi rispetto alle metodiche tradizionali, identificandole con la massima accuratezza».Con un duplice vantaggio: per il medico che riesce ad anticipare di molto la terapia e per il paziente curato presto e in maniera efficace, mettendolo nelle condizioni di non essere più oggetto di contagio del partner. Ancora una volta è la conoscenza, sinonimo di prevenzione, e la responsabilità individuale a fare la differenza.