Come ridurre vittime e costi del tabacco? Quanto conta la tassazione? A che punto siamo? Intervista a Mike Morrissey, CEO di European Cancer Organisation
Cosa stiamo facendo per difenderci dalla prima causa evitabile di cancro? Parliamo del fumo di tabacco, del suo impatto sulla salute delle persone e sui sistemi sanitari europei insieme a Mike Morrissey, Chief Executive Officer di European Cancer Organisation (ECO).
ECO è una federazione non-profit che unisce organizzazioni di professionisti, pazienti e del terzo settore impegnate nella lotta ai tumori. Con ECO, Fondazione Umberto Veronesi ha organizzato per il 20 maggio l'evento “TABACCO, SALUTE E SOSTENIBILITÀ. Strategie per un’Europa libera dal fumo”.
Quanto pesa il tabacco sull’impatto globale del cancro in Europa?
«Il fumo contribuisce al 20% di tutti i tumori in Europa e alla metà di tutti i tumori prevenibili, il che si traduce in circa 750.000 casi di cancro prevenibili in Europa ogni anno. Attualmente, il tabacco è la causa principale di oltre dieci tipi di cancro e l'82% di tutti i tumori polmonari è dovuto al fumo. Naturalmente, i rischi e le malattie associate non si limitano al solo consumo di tabacco, ma il fumo passivo è anche associato ai tumori della cavità orale, dell'esofago e del pancreas».
Che cosa si sta facendo per contenere i danni del fumo?
«È evidente la necessità di un approccio coordinato a livello europeo che riunisca tutte le parti interessate. La Commissione europea, nell'ambito del Piano europeo per la lotta contro il cancro, dedica particolare interesse alla lotta contro il fumo, fissando l'obiettivo di raggiungere una "generazione senza fumo" per l'Europa. Questa strategia prevede che, entro il 2040, meno del 5% delle persone faccia uso di tabacco. Ciò significherebbe una diminuzione di 20 punti percentuali, dato che oggi circa il 25% dei cittadini dell'UE fa uso di tabacco. Gli stessi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), che l'Italia e tutti i Paesi dell'UE hanno sottoscritto nel 2016, chiedono una drastica riduzione del consumo di tabacco tra gli adulti. La nicotina, oltre a creare dipendenza, è associata a un aumento del rischio di malattie come il diabete e ha effetti sullo sviluppo cerebrale degli adolescenti. Non bisogna dimenticare che molti fumatori vorrebbero smettere ma hanno difficoltà a farlo. È necessario intervenire sui non fumatori, conducendo campagne di sensibilizzazione che sottolineino i danni irreversibili che il tabacco può causare e, allo stesso tempo, attuare politiche di sostegno per chiunque voglia smettere di fumare».
In che modo la tassazione del tabacco può aiutare? E a che punto è l'Italia?
«La tassazione del tabacco è uno degli strumenti più efficaci per combattere il consumo di tabacco, soprattutto per dissuadere i giovani e i non fumatori in generale dall'uso del tabacco. È chiaro che la tassazione deve essere parte integrante di strategie nazionali di successo contro il consumo di tabacco e riteniamo che iniziative come il Piano europeo per la lotta contro il cancro possano svolgere un ruolo importante nel convincere i Paesi a lavorare insieme su obiettivi condivisi di riduzione del consumo di tabacco. Tutti i Paesi potrebbero fare passi avanti più rapidi nella lotta al fumo e la nostra aspirazione è che le best practice dei Paesi che assumono un ruolo guida possano essere rapidamente condivise e adottate da altri. A questo proposito, uno strumento eccellente è il sito della Tobacco Control Scale, che valuta le prestazioni dei Paesi europei in merito alle loro politiche di controllo del tabacco. Tra i Paesi leader figurano il Regno Unito, la Francia, l'Irlanda e l'Islanda, e tutti, in particolare, utilizzano il prezzo del tabacco come leva politica fondamentale. L'Italia, nell'ultima edizione, non ha compiuto progressi significativi nella politica di controllo del tabacco dopo il divieto di fumare in auto in presenza di minori del 2005».
Che cosa ostacola le politiche efficaci?
«In Europa, si stima che 1,65 milioni di casi di cancro ai polmoni potrebbero essere evitati in un periodo di 20 anni con l'attuazione di politiche di controllo del tabacco. Sappiamo che le politiche di controllo del tabacco funzionano e producono risultati auspicabili, tra cui la riduzione della mortalità per cancro. Inoltre, sappiamo anche quanto sia efficace la tassazione del tabacco nell'ambito degli strumenti di controllo del tabacco di cui tutti i Paesi dispongono. Un aumento del 10% del prezzo, ad esempio, può portare a una diminuzione del 4-5% della domanda di sigarette. Sono quindi necessarie la volontà politica e la determinazione per l'attuazione delle politiche. Invitiamo i politici di tutta Europa a fare della regione un faro per il resto del mondo, mostrando ciò che si può ottenere. Incoraggiamo i Paesi europei a impegnarsi in uno spirito di competizione positiva per ottenere le riduzioni del consumo previste dagli impegni già assunti dai loro governi nei confronti di obiettivi quali gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite e il Piano europeo per la lotta al cancro. Grazie al lavoro pionieristico di organizzazioni come la Fondazione Umberto Veronesi in materia di lotta al fumo, siamo certi che il messaggio sarà sempre più ascoltato e recepito in Italia e altrove: non si può rallentare lo slancio contro il tabacco. Lo dobbiamo alla salute dei nostri cittadini, ai nostri servizi sanitari e alla nostra lotta comune contro il cancro».
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Fonti
Donatella Barus
Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.