Il fumo può nuocere in diversi modi: dalla tolleranza del dolore alla risposta ai farmaci. Se l'intervento chirurgico è programmato, meglio smettere due mesi prima
L’abitudine al fumo può incidere in diversi modi sull’esito di un intervento chirurgico:
- anestesia: la maggior parte dei fumatori ha un aumento delle secrezioni di muco nei polmoni e nella gola. Ciò può restringere le vie aeree quando si è sotto anestesia rendendo più difficoltosa la respirazione
- farmaci: in genere i fumatori rispondono peggio ad alcuni farmaci usati nell’intervento, specie gli anestetici. Ciò spesso rende necessario aumentare il dosaggio
- dolore: dopo l’intervento i fumatori in genere hanno una peggiore tolleranza del dolore e questo comporta l’uso di dosaggi maggiori di antidolorifici
- cuore e polmoni: durante l’intervento i fumatori hanno maggiori probabilità di andare incontro a complicanze cardiache e polmonari
- embolia: i fumatori hanno maggiori probabilità che durante un intervento si formino coaguli di sangue nelle gambe. Questi, raggiungendo i polmoni, possono ostruire una o più arterie dando luogo a un’embolia polmonare, una condizione potenzialmente fatale se non adeguatamente trattata
- risveglio: al termine dell’intervento per i fumatori può essere più difficile ritornare alla respirazione autonoma. Può essere necessario un utilizzo più massiccio di farmaci e in genere serve mantenere la mascherina con l’ossigeno per più tempo
- ferite: il fumo riduce la quantità di ossigeno che raggiunge i tessuti interessati dall’intervento chirurgico. Di conseguenza, le ferite tendono a guarire più lentamente e sono a maggior rischio di infezioni
Se ci si deve sottoporre a un intervento chirurgico programmato, sarebbe bene smettere di fumare almeno otto settimane prima dell’operazione o comunque il prima possibile. Se questo risulta impossibile, la raccomandazione è quella di evitare di fumare almeno nelle 12 ore precedenti all’intervento.