Rimarcare continuamente i danni che il fumo provoca è far sentire in colpa un fumatore è poco efficace. Meglio individuare una motivazione giusta su cui fare leva
Non è semplice convivere con un fumatore e vederlo esporre la sua salute ai danni del fumo. Ed è normale provare frustrazione, e il desiderio di cambiare la situazione. Ma ripetergli sempre che il fumo fa male non serve. Quasi sempre i fumatori sono ben consapevoli delle conseguenze del fumo. E spesso anche della sofferenza che causano a chi sta loro intorno.
Ai fumatori non piace che gli altri ricordino loro i danni del fumo. Lo sanno che il fumo fa male e hanno scelto di correre il rischio o non hanno avuto la forza di rinunciarvi. Per questa ragione il più delle volte evitano il discorso. Non di rado, però, assumono addirittura un comportamento difensivo e aggressivo. Si tratta di un meccanismo istintivo di autoprotezione che serve a tenere a distanza l’interlocutore. La ragione, spesso, è che parlando del fumo si è toccato un nervo scoperto, una situazione emotivamente calda.
È infatti probabile che il fumatore sappia che quel che fa non è saggio, che provoca dei danni alla sua salute e dispiacere ad altri. A volte è affetto da senso di colpa o dalla frustrazione per non riuscire a smettere. In questi casi non è facile instaurare un dialogo sul tema del fumo e la cosa più importante è evitare il conflitto e di colpevolizzare il fumatore.