Presente già da settembre rimane da dimostrare la maggior trasmissibilità. Non solo, al momento non è in dubbio l'efficacia dei vaccini. Tutto quello che c'è da sapere
VUI-202012/01 è il nome della "nuova" variante di Sars-Cov-2 di cui si sta facendo un gran parlare negli ultimi giorni. Isolato in Inghilterra, il virus - secondo il ministero della Salute inglese - avrebbe portato ad un aumento inaspettato del numero di nuovi casi dovuto ad una sua possibile maggior contagiosità. Un'ipotesi che però rimane ancora tutta da confermare, così come l'infondato - di dati al momento non ce ne sono - allarme per una possibile perdita di efficacia dei nuovi vaccini per Covid-19.
CHE COSA SONO LE MUTAZIONI ?
Qualsiasi virus, quando si moltiplica, porta con sè degli errori di "copiatura" nel proprio codice genetico. Sars-Cov-2 non è da meno. Dalla prima sequenza conosciuta e depositata ad inizio gennaio ad oggi sono moltissime le mutazioni che si sono andate a creare. Queste mutazioni ci consentono di capire l'evoluzione del virus nelle differenti parti del mondo. E infatti possibile ricostruire, grazie all'analisi della sequenza dell'RNA virale, l'albero evolutivo del virus.
CHE COS'E' UNA VARIANTE VIRALE?
Quando le mutazioni si accumulano nel tempo il virus può cambiare le proprie caratteristiche al punto tale da dare origine ad una variante virale rispetto al virus originale. E' questo il caso, non il primo, di VUI-202012/01. La nuova variante in realtà non è un qualcosa di così sconosciuto. Identificata già a settembre in Inghilterra, la variante era presente anche in Sud Africa e Australia. Una sola mutazione non è in grado di generare una variante virale. Ciò si verifica invece quando queste si accumulano nel tempo. VUI-202012/01 è una variante perché contiene differenti mutazioni. La più "famosa" è N501Y. Tale mutazione si ripercuote sulle caratteristiche della proteina "spike", quella porzione che il virus sfrutta per aderire alle cellule umane e infettarle.
VUI-202012/01 E' PIU' CONTAGIOSA E PIU' VIRULENTA?
L’interesse per questa variante emerso nelle ultime ore è dovuto al fatto che -secondo quanto dichiarato dal ministro della Salute inglese- il virus sarebbe capace di diffondersi con maggiore facilità. Non solo, il 60% dei nuovi casi londinesi riguarderebbe infezioni con questa variante. Inoltre tale variante, ad oggi, rappresenta solo il 28% di tutti i casi inglesi di dicembre. Al momento però sulla maggior capacità di infettare mancano prove certe. Conoscendo solo la sequenza virale non è infatti possibile prevedere se il “nuovo” virus è più contagioso. Per farlo occorre osservare cosa accade alle persone che si sono infettate. Non bastano solo le prove di laboratorio. Non solo, a detta del consorzio inglese che sta monitorando l'evoluzione del virus, VUI-202012/01 non sembrerebbe causare una malattia più severa.
LE VARIANTI DI SARS-COV-2 RENDONO INEFFICACI I VACCINI?
Uno dei dubbi emersi dopo la comunicazione della presenza della "variante inglese" -soprattutto a livello mediatico- riguarda l'efficacia dei vaccini che stanno arrivando sul mercato. Le principali mutazioni che si sono registrate nel tempo, comprese quelle della nuova variante, sono localizzate nella proteina spike. Tale proteina, come detto, serve al virus per penetrare all’interno delle cellule umane. I vaccini sono sviluppati proprio a partire da questa proteina. La paura nasce dal fatto che se la proteina spike muta, il sistema immunitario “allenato” con il vaccino non riesce a riconoscere la nuova proteina spike. Un dubbio legittimo che però appare poco probabile. Il sistema immunitario, grazie al vaccino, produce moltissimi anticorpi di tipo differente in grado di riconoscere diverse porzioni della proteina spike. Qualora la mutazione N501Y modifichi a tal punto quella porizione di proteina spike da non essere riconosciuta dagli anticorpi, esistono altri anticorpi capaci di riconoscere tutte le restanti parti della proteina spike. Per questa ragione la possibilità che i vaccini appena sviluppati non siano efficaci è remota e tutta ancora da dimostrare.
PERCHE' E' IMPORTANTE SEGUIRE L'EVOLUZIONE DEL VIRUS?
La vicenda della nuova variante ci insegna che il monitoraggio dell'evoluzione del virus è sempre fondamentale, soprattutto in ottica di prevenzione. Se mai un giorno la proteina spike dovesse mutare a tal punto da far perdere di efficacia i vaccini, sapendo in anticipo la diffusione delle varianti di Sars-Cov-2 sarà possibile modificare in corsa la composizione dei vaccini. E' ciò che accade ogni anno quando si progetta il vaccino antinfluenzale per la stagione successiva.
Fonti
Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.