Piccolo sforzo, grande risultato: l'allenamento costante aumenta l'aspettativa di vita di 3 anni. E se si riduce il tempo trascorso davanti alla televisione i benefici aumentano ancora di più. A calcolarne i benefici sono due studi da poco pubblicati su prestigiose riviste scientifiche
Che l'attività fisica fosse la ricetta ideale per restare in forma e vivere a lungo lo sapevamo da tempo.
Ma se a calcolarne il beneficio in termini di aspettativa di vita è una prestigiosa rivista scientifica allora dovremmo vincere la pigrizia e metterci subito all'opera.
Lancet e British Journal of Sport Medicine hanno da poco pubblicato due studi in cui si afferma che l'attività fisica costante allunga la vita media mentre la sedentarietà, soprattutto causata dalla televisione, la accorcia drasticamente.
GLI STUDI
Dai dati raccolti emerge che non serve poi questa grande fatica per rimanere in salute. Lo sforzo è veramente minimo. Quindici minuti di attività fisica al giorno, anche una breve passeggiata o un piccolo giro in bicicletta, allungano la vita media di un individuo di tre anni riducendo il rischio di morte per tutte le cause del 14%.
E' questa la ricetta calcolata dallo studio condotto da Chi-Pang Wen dell'Università ospedaliera cinese e Jackson Pui Man Wai della National Taiwan Sport University. E che dire invece del risultato pubblicato su Lancet? Secondo Lennert Veerman della University of Queensland in Australia, per ogni ora di TV si vive 22 minuti in meno. Il dato è impietoso: una media di sei ore di televisione al giorno per molti anni toglie cinque anni di vita.
PREVIENI IL CANCRO
Ma l'allungamento della vita media non è il solo risultato di uno stile di vita sano. L'attività fisica è anche un ottimo metodo per prevenire e evitare ricadute in campo oncologico. Secondo uno studio pubblicato dalla rivista Cancer Research, opera dei ricercatori della University of California (Stati Uniti), camminare con passo svelto sembrerebbe fare bene a tutti coloro a cui è stato diagnosticato un tumore alla prostata.
Dai risultati è infatti emerso che gli uomini che camminavano a passo svelto per almeno tre ore alla settimana avevano un'incidenza minore di metastasi e di decessi pari al 57% rispetto a chi non praticava attività fisica.
CUORE SANO
Ma le novità riguardano anche il sistema cardiovascolare. L'attività fisica è il miglior modo per ridurre il livello di colesterolo “cattivo” (o LDL, lipoproteine a bassa densità che trasportano il colesterolo dal fegato alle cellule di tutto l’organismo) e alzare quello “buono” (o HDL, lipoproteine ad alta densità, che portano il colesterolo in eccesso dai tessuti corporei verso il fegato che ha il compito di smaltirlo).
Non solo, lo sport, e in particolare la camminata veloce, aiuta ad abbassare la pressione arteriosa, a controllare il rischio di diabete di tipo 2, a tenere il peso nei limiti desiderabili.
Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.