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Cardiologia
Francesca Morelli
pubblicato il 04-03-2015

La corsa che fa bene al cuore? Quella moderata



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Uno studio danese stabilirebbe i parametri dello jogging sano. Ok a 2,4 ore alla settimana. Velocità massima: otto chilometri orari

La corsa che fa bene al cuore? Quella moderata

Né maratoneti né pantofolai. Per proteggere la salute, specie del cuore, occorre praticare una attività fisica moderata, ovvero del jogging ‘leggero’, limitato a poche ore e giorni nell’arco della settimana. A dimostrare i benefici di una corsetta lenta, contro impegni sportivi più vigorosi, è un ampio studio condotto dal Frederiksberg Hospital di Copenaghen, in Danimarca, e pubblicato sul Journal of American College of Cardiology.

 

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LO STUDIO

Oltre cinquemila persone, di cui 1.098 jogger abituali e 3.950 ‘non jogger’ in buona salute. È questo il campione di popolazione, facente parte del Copenhagen City Heart Study, tenuto sotto osservazione ‘sportiva’ dai ricercatori danesi che per 12 anni a partire dal 2001, ne hanno monitorato le ore di jogging praticate, raffrontandole con la frequenza cardiaca e la percezione individuale del passo di ogni runner. I ricercatori hanno così potuto capire che gli eccessi, una corsa troppo intensa e veloce ma anche troppa pigrizia, fanno incorrere i rischi simili per la salute. Fra i partecipanti, nel corso dello studio, si sono registrati 28 decessi tra i jogger e 128 tra i sedentari; ma chi praticava sport moderato era più giovane, con una pressione più bassa e un indice di massa corporea più contenuto, minore prevalenza di abitudine al fumo e diabete. «E’ stato così possibile concludere - ha spiegato Peter Schnohr, autore dello studio - che i soggetti con i più bassi tassi di mortalità sono quelli che fanno jogging da 1 a 2,4 ore a settimana, con una frequenza che non va oltre le tre volte a settimana e un passo da lento a moderato, ovvero con una percorrenza di circa 8 Km/ora». In buona sostanza praticare attività fisica (jogging) moderato, rispetto alla sedentarietà, ridurrebbe il rischio di mortalità del trenta per cento. «Il ritmo lento nel jogging – ha concluso il ricercatore – può essere equiparato a un esercizio fisico vigoroso mentre lo jogging estremo a un'attività molto vigorosa. Quando eseguito per decenni, a forte intensità si potrebbero ottenere effetti contrari per la salute, aumentando in particolare i rischi per il sistema cardiovascolare».

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I BENEFICI DEL JOGGING

Che regali qualche annetto in più (e in miglior salute) parrebbe attestato. Ma quali altri vantaggi assicurerebbe il jogging a passo andante ma non troppo? Migliorerebbe, a detta degli esperti, l'assorbimento di ossigeno e quindi la funzionalità cardiaca e la fluidità del sangue, aumenterebbe la sensibilità all'insulina, abbassando i trigliceridi e la pressione in vista anche di una prevenzione contro l'obesità. Ancora potenzierebbe la densità ossea ma anche le difese immunitarie e ridurrebbe le infiammazioni. Oltre al fisico, correre sembrerebbe utile anche per scaricare la mente e mantenere giovane il cervello, favorendo cioè la nascita di nuove cellule staminali neuronali come attestato da uno studio al momento su modello animale, condotto da alcuni ricercatori dell'Istituto di biologia cellulare e neurobiologia del Consiglio Nazionale delle ricerche (Cnr), pubblicato sulla rivista Stem Cells.

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