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Cardiologia
Daniele Banfi
pubblicato il 06-12-2011

Fumo in gravidanza: un motivo in più per smettere



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I bambini nati da donne che fumano durante la gravidanza hanno livelli di colesterolo buono più bassi degli altri neonati. E i danni si ripercuotono anche in età adulta

Fumo in gravidanza: un motivo in più per smettere

I bambini nati da donne che fumano durante la gravidanza hanno livelli di colesterolo buono più bassi degli altri neonati. E i danni si ripercuotono anche in età adulta

Fumare non danneggia solo il tuo sistema cardiovascolare ma anche quello del tuo bambino. Ad affermarlo sono i ricercatori dell'Università di Sidney in un ampio studio pubblicato dalla rivista European Heart Journal. Fumare in gravidanza, oltre ad avere un effetto negativo sul corretto sviluppo del bambino, predisponde il nascituro ad avere livelli di colesterolo HDL inferiori rispetto ai bambini nati da mamme non fumatrici.

RUOLO DEL COLESTEROLO BUONO- Il colesterolo “buono”, chiamato più correttamente colesterolo HDL, è una sorta di spazzino delle nostre arterie. Quando le sue concentrazioni sono elevate i vasi sanguigni sono protetti poiché non si verifica il fenomeno di accumulo dei grassi, principale causa di infarti ed ictus. Smettere di fumare è fondamentale perchè il fumo di sigaretta, attraverso la produzione di radicali liberi, riduce in maniera considerevole i livelli di colesterolo HDL. Mentre sono numerosi gli studi che indicano questa pericolosa relazione, ancora pochi sono quelli che analizzano l'effetto del fumo indiretto sui livelli di colesterolo nei neonati.

LO STUDIO- Uno dei primi studi che ha fatto finalmente luce sull'effetto del fumo sulla salute cardiovascolare dei bambini è quello dei ricercatori australiani. L'analisi, che ha coinvolto più di 600 neonati, ha mostrato che all'età di 8 anni i bambini nati da madri che fumavano durante la gravidanza presentano livelli di colesterolo HDL significativamente inferiori rispetto agli altri bambini. Cosa significa tutto ciò? A spiegarlo è direttamente l'autore della ricerca, il dottor David Calermajer: «I nostri risultati suggeriscono che il fumo materno lasci tracce malsane sullo sviluppo del bimbo nel grembo e lo predisponga ad attacchi di cuore e ictus da adulto. Il rischio di malattie cardiache aumenta sino al 20%».

STOP AL FUMO- Dagli ultimi dati forniti dal Ministero della Salute emerge che ancora il 30% delle donne fumatrici, quando scoprono di essere in “dolce attesa”, non riescono a smettere di fumare. Un dato che deve fare riflettere poiché, oltre a quanto dimostrato nello studio australiano, il fumo in gravidanza può portare a complicazioni come il distacco della placenta, ridotta crescita del feto e basso peso alla nascita (150-200 grammi in meno rispetto agli altri neonati) e notevoli disturbi respiratori.

 

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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