L'obesità in età adolescenziale nel mondo è legata a doppio filo ai consumi di bevande zuccherate. In Italia problema limitato (per ora)
Ancora una conferma del nesso fra il consumo di soft drink (bevande spesso gassate, quasi sempre zuccherate e non alcoliche) e l’obesità, soprattutto nei più giovani. Il dato proviene da uno studio su oltre 400.000 adolescenti i 107 paesi e regioni del mondo: laddove i ragazzi sono abituati a bere quotidianamente bibite dolci le probabilità di essere in sovrappeso o obesi aumentano.
L’INDAGINE
La raccolta dei dati, descritta in un ampio articolo sulla rivista JAMA Network Open, si è basata su tre grandi studi che hanno coinvolto le 107 aree geografiche: Global School-Based Student Health Survey (2009-2017), European Health Behavior in School-Aged Children study (2017-2018), US Youth Risk Behavior Survey (2019). Messi insieme, questi dati hanno confermato l’esistenza di una correlazione evidente fra il consumo quotidiano di soft drink e l’obesità adolescenziale. In particolare, è emerso che per ogni aumento del 10 per cento nella quota di popolazione che ne beve almeno una volta al giorno, la prevalenza di sovrappeso e obesità aumenta del 3,7 per cento. «Questi risultati – hanno commentato gli autori – suggeriscono che ridurre il consumo di soft drink è importante per ridurre sovrappeso e obesità negli adolescenti e dovrebbe essere una priorità».
GRANDI DIFFERENZE NEL MONDO
Dall’analisi dei ricercatori è emersa una mappatura delle abitudini e dello stato ponderale variegata e complessa, che – come tutto ciò che ha a che fare con i consumi alimentari - risente profondamente di differenze geografiche, culturali e socioeconomiche. L’eccesso di peso nei 405.528 ragazzi considerati varia dal 3,3 per cento del campione in Cambogia al 64 per cento a Niue (Oceano Pacifico). Parallelamente, la prevalenza di consumatori quotidiani di soft drink oscilla fra il 3,3 per cento in Islanda e il 79,6 per cento nella stessa Niue.
LA SUGAR TAX
Sul totale dei paesi considerati, 32 hanno implementato qualche forma di sugar tax, la tassazione delle bevande zuccherate (18 paesi ad alto reddito e 14 a reddito medio-basso). In questi paesi la percentuale di adolescenti che consumano almeno una volta al giorno soft drink è risultata del 30,2 per cento contro il 33,5 negli altri.
LA POSIZIONE DELL'ITALIA
L’Italia si conferma, per il momento, uno dei paesi con le percentuali relativamente contenute di consumatori abituali di bibite gassate e dolci, ovvero il 12 per cento degli adolescenti. Ciononostante un quarto degli adolescenti italiani (23 per cento) risulta in sovrappeso o obeso, un dato che conferma che sulla salute dei nostri ragazzi occorre tenere gli occhi aperti, considerando tutti i fattori che influiscono su un peso equilibrato, a partire dal muoversi regolarmente, cosa che accade a meno di un terzo dei ragazzi italiani.
Sostieni la ricerca scientifica d'eccellenza e il progresso delle scienze. Dona ora.
Donatella Barus
Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.