L'eccesso di zuccheri nella dieta è legato a un volume maggiore di grasso intorno a cuore e addome. Il rischio? Più diabete e malattie cardiovascolari
Accumuli di tessuto adiposo intorno ad organi vitali: questo uno dei rischi legati all'eccesso di bibite e zuccheri aggiunti. A documentarlo, una ricerca appena pubblicata che ha tirato le fila di 25 anni di osservazione su alcune migliaia di persone negli Stati Uniti.
LA RICERCA SU ZUCCHERI E STILI DI VITA
Fra i tanti buoni motivi per controllare la quantità di zuccheri che ingeriamo c'è anche la possibilità di prevenire dannosi depositi di grasso nell'organismo. Secondo i risultati di un'analisi pubblicata sulla rivista della Società Europea di Cardiologia, l'uso esagerato di cibi e bevande dolci, nel tempo, risulta associato ad un maggiore volume di tessuto adiposo intorno al cuore, nell'addome e sotto la cute. Tutte caratteristiche che sono associate a un maggior rischio di malattie cardiovascolari e di diabete. L'indagine è stata condotta sui dati raccolti da uno studio che ha monitorato per oltre 20 anni stili di vita e stato di salute di oltre 3.000 giovani adulti negli USA.
LIMITARE DOLCIUMI E BIBITE, MIGLIORARE LE ETICHETTE
«Quando consumiamo troppo zucchero l'eccesso viene trasformato in grasso e viene accumulato – hanno spiegato gli autori del lavoro -. Questi tessuti adiposi localizzati intorno al cuore e nell'addome possono essere dannosi per la salute. I nostri risultati vanno a supportare gli sforzi per limitare gli zuccheri aggiunti nella dieta». Fra i consigli dispensati ai consumatori, quello di bere acqua invece di bibite zuccherate, di scegliere snack salutari al posto dei dolciumi; ma anche di leggere le etichette per sapere cosa si sta comprando, prestando attenzione a tutti i nomi dietro cui si “celano” gli zuccheri. Qualche esempio? Sciroppi, glucosio, fruttosio, saccarosio, maltosio. Alle istituzioni, alle aziende, agli operatori del settore alimentare, compresi ristoranti e mense scolastiche, invece, l'appello ad impegnarsi per migliorare la consapevolezza delle persone sugli zuccheri contenuti nel cibo e per offrire delle alternative migliori per la salute di tutti.
QUANT'È «TROPPO» ZUCCHERO?
Ma quanto zucchero assumiamo e quanto ne dovremmo assumere? L'Unione Europea è il secondo bacino di consumatori al mondo, dopo l'India, con 18,6 milioni di tonnellate l'anno. Secondo le Linee guida della SINU, Società italiana di nutrizione umana, è importante distinguere fra i diversi alimenti che contengono zuccheri. Esistono infatti molti cibi che contengono naturalmente zuccheri, come la frutta e il latte, che apportano però anche nutrienti importanti come vitamine, fibra, sali minerali, proteine. Nella dieta degli italiani questi alimenti coprono circa la metà del totale degli zuccheri che assumiamo. E poi ci sono altri alimenti invece che sono composti prevalentemente da zucchero e che non sono utili alla nostra dieta, come i dolciumi, le caramelle, la cioccolata, le bevande zuccherate. Se si vuole ridurre il totale degli zuccheri che ingeriamo, è bene rinunciare a questa seconda categoria di alimenti, o considerarli una golosità occasionale, oltre naturalmente a pensare allo zucchero che utilizziamo in cucina e che aggiungiamo al caffè.
CARAMELLE E CONFETTI: ESEMPI CONCRETI
Per concludere, qualche idea quantitativa per regolarci meglio? Si sappia che 25 grammi di zucchero (5 cucchiaini circa) dovrebbero corrispondere al 5% dell'energia totale di una dieta equilibrata da 2.000 Kcal al giorno. Si capisce quanto sia facile raggiungere questa quota, che l'Organizzazione mondiale della sanità consiglia di non superare per la salute dei denti e per il controllo del peso, raccomandando comunque di non superare il 10%. Possiamo trovare i fatidici 25 grammi di zucchero anche in:
- 3 cucchiaini di miele
- 3 cucchiai di marmellata
- 1 fetta piccola di crostata
- meno di 1 lattina di cola
- 1 bicchiere di succo di frutta
- 2 ghiaccioli.
GLI EFFETTI COMPLESSI DEGLI ZUCCHERI SEMPLICI
Da tempo gli scienziati della nutrizione conoscono i danni degli zuccheri cosiddetti "semplici" (qui un approfondimento dedicato). Elena Dogliotti, biologa nutrizionista e supervisore scientifico di Fondazione Umberto Veronesi, spiega: «Troppi zuccheri agiscono sulla sensibilità all'insulina, un ormone che l'organismo produce in risposta ai livelli di zucchero nel sangue e la cui regolazione è coinvolta in varie malattie. Questa azione dipende soprattutto dalla velocità con cui gli zuccheri arrivano al sangue, i cosiddetti picchi glicemici, per cui può capitare che zuccheri complessi in questo caso siano potenzialmente più nocivi di zuccheri semplici (ad esempio se confrontiamo l'effetto del pane bianco e della frutta fresca). Inoltre sappiamo che troppo glucosio favorisce il grasso viscerale e il troppo fruttosio (utilizzato come dolcificante, non quello naturalmente presente nella frutta) favorisce l'accumulo di grasso a livello del fegato (steatosi)».
Fonti
Donatella Barus
Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.