Esagerare nell’esercizio fisico può diventare pericoloso per chi soffre di disturbi nervosi dell’alimentazione. E’ un’ipotesi avanzata sulla base di uno studio americano
Un esercizio fisico esagerato in una donna malata di bulimia nervosa può predire la tendenza al suicidio. L’allarme è stato lanciato da una prima ricerca della Miami University in Ohio condotta su 204 donne bulimiche dove appunto una forte pratica di ginnastica, corsa e altre prove fisiche è risultata associata a tentativi autodistruttivi.
Più di altri comportamenti tipici di questo disturbo dell’alimentazione che spinge a esagerare col cibo, come vomito procurato, continue purghe, digiuni, il tutto finalizzato a controllare ossessivamente peso e forme.
Ma i motivi di questa pericolosa associazione tra iperdinamismo e tendenza al suicidio? I ricercatori, guidati dalla dottoressa April Smith, hanno ipotizzato questa spiegazione: il super esercizio fisico induce sofferenza a cui via via il corpo diventa sempre più insensibile e, a sua volta, l’accresciuta tolleranza del dolore renderebbe meno temibile la morte. «Un modo per affrontare questo problema potrebbe consistere nell’educare le ragazze bulimiche a un esercizio fisico sano», hanno osservato gli studiosi della Miami University, «accanto alle altre terapie già in uso».
NO A CAUSA-EFFETTO
Laura Bellodi, ordinario di psichiatria all’Università Vita-Salute e responsabile del Centro dei comportamenti alimentari del San Raffaele, non concorda con le conclusioni tratte dai colleghi americani: «Sono studi ben condotti, ma una correlazione tra disturbi non è necessariamente di causa-effetto.
A mio parere, le cose stanno in questi termini: la tendenza a certi comportamenti, come quello di tentare il suicidio, si sa che dipende dal temperamento o dal carattere o dalla personalità. Queste ragazze spesso hanno un temperamento caratterizzato da note di impulsività, e quanto più queste note sono accentuate tanto più la persona si dà all’autolesionismo. No, l’istinto di uccidersi non si misura a esercizi fisici. La molla è il temperamento».
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UNA CORSA DA FERMARE
Continua la professoressa Bellodi: «Anche in altre psicopatologie, come depressione unipolare o bipolare, se più alto è il quoziente di impulsività tanto più alto è il rischio autolesivo: non solo tentativi di suicidio, ma anche la pratica di tagliuzzarsi il corpo.
Piuttosto l’esercizio strenuo è pericoloso nelle anoressiche. Il meccanismo lo si vede nei topi: i topini quanto più corrono tanto più digiunano, e più li si lascia correre e più non mangiano fino a esiti fatali.
Così accade con le anoressiche iperattive: più è il movimento più è il rifiuto del cibo, in un circolo vizioso che si autoalimenta». Come fermare questa folle corsa? «Le anoressiche le mettiamo a letto, ricoverate. Per i topini, basta aprire la gabbia».
Serena Zoli
Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.