C'è un legame fra un indice di massa corporea nell'infanzia e nell'adolescenza e lo sviluppo della funzione polmonare da adulti. I dati di uno studio svedese
Il peso corporeo da bambino può influire sulla funzionalità polmonare da grande. In termini scientifici si parla di Bmi, indice di massa corporea, e il suo effetto puà essere negativo sia se è troppo alto sia se è troppo basso. Se però il giovane si “normalizza” prima di diventare adulto, allora viene meno la minaccia per la salute dei polmoni. Migliorare il peso corporeo dei giovanissimi, quindi, aiuta anche a migliorare la salute respiratoria da grandi. Queste notizie provengono da una ricerca del Karolinska Institutet di Stoccolma, che si è avvalsa dei dati raccolti da una più vasta indagine svedese, il Bamse Project, e sono raccontate nel The European Respiratory Journal.
NEI BIMBI 1 SU 10 CON RIDOTTA FUNZIONE POLMONARE
Il 10 per cento delle persone nell’infanzia hanno un ridotto sviluppo della funzione polmonare e non possono arrivare al massimo della capacità dei polmoni da grandi, il che è un fattore di rischio per varie patologie come disturbi cardiovascolari, malattie respiratorie, diabete. In questo tipo di disfunzione c’entrano anche uno sviluppo anomalo del peso e dell’altezza. Sono già stati condotti studi su questo argomento, ma i risultati erano variabili. Ora i ricercatori svedesi dimostrano che una correlazione esiste quando l’indice di massa corporea devia dai parametri di normalità, in un senso o nell’altro.
CON BMI ALTO UN FLUSSO D’ARIA LIMITATO
«In questo studio, il più ampio mai fatto, abbiamo potuto seguire 3.200 bambini dalla nascita ai 24 anni, coprendo così tutto il periodo di durata dello sviluppo polmonare» ha dichiarato il primo autore della ricerca, il professore Gang Wang del Karolinska Institutet. I partecipanti sono stati divisi in gruppi a seconda del Bmi, che ha cominciato a differenziarsi già dai due anni di età. Diversamente dai bambini con il Bmi normale, quelli con tale indice persistentemente alto arrivano all’età adulta con una funzione polmonare compromessa, innanzitutto con un flusso d’aria limitato nei polmoni, condizione che è chiamata occlusione.
IMPORTANTE CURARE LA CRESCITA
«Abbiamo constatato, tuttavia, che nel gruppo di quanti avevano un indice di massa corporea alto, che però si è normalizzato prima della pubertà, non c’era alcuna compromissione da adulti -, ha osservato un altro ricercatore, il professore di Pediatria Erik Melén. – Questo mostra quanto sia importante ottimizzare la crescita dei bambini nella prima infanzia, nei primi anni di scuola e nell’adolescenza». Anche un indice di massa corporea basso può ridurre la capacità respiratoria per inadeguato sviluppo dei polmoni. «È vero, abbiamo guardato più a quelli in sovrappeso, ma dobbiamo seguire bene anche quelli con un indice di massa corporea basso e intervenire nel loro regime nutritivo» ha soggiunto il professor Wang.
I SOGGETTI SEGUITI NEL TEMPO
La ricerca di cui ci occupiamo nasce dal progetto Bamse in cui 4.000 bambini sono stati seguiti dalla nascita ai 24 anni. Di questi, 3.200 sono stati considerati nello studio del Karolinska Institutet con almeno quattro misurazioni del Bmi, diluite nel tempo. La funzionalità polmonare è stata misurata con lo spirometro a varie età, l’ultima a 24 anni, quando le più piccole vie aeree sono state misurate anche attraverso il volume di azoto espirato.
NELL’URINA UNA SOSTANZA LEGATA AD ASMA E BPCO
Sono stati anche raccolti campioni di urina per analizzare le sostanze metabolizzate. I campioni di urina dei ragazzi con indice di massa corporea alto mostravano un elevato livello di metaboliti dell’amminoacido istidina, convalidando le osservazioni di altri ricercatori che avevano trovato un simile aumento nei pazienti con asma e broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO). Ha concluso il professor Melén: «Dunque, abbiamo dei biomarcatori oggettivi per la correlazione che abbiamo trovato, anche se non sappiamo ancora con esattezza l’associazione molecolare tra Bmi alto, istidina e sviluppo polmonare compromesso».
IMPORTANTE STUDIARE LE TRAIETTORIE DI VITA
Il professor Angelo Guido Corsico, ordinario di Pneumologia all’Università di Pavia, apprezza che nello studio svedese si siano seguite le traiettorie, anziché indagini solo trasversali delle età che non sarebbero state altrettanto espressive. «Lo studio arriva ai 24 anni – spiega – perché è quando raggiungiamo il massimo della capacità respiratoria. Dai 25 anni c’è già un lieve declino, che va continuando nel tempo. La capacità diminuisce». Un neo della ricerca, secondo il professor Corsico, è non aver valutato lo stadio puberale che è strettamente legato alla massa grassa: questa aumenta fino ai 16 anni circa, soprattutto nelle femmine. Vale la pena rammentare che anche chi ha un basso Bmi, è sottopeso, nell’età adulta potrà avere bassi valori di funzionalità respiratoria. Senza dimenticare il nemico numero uno della salute respiratoria: il fumo, con quella che può sembrare una curiosità, ma scava molto lontano sulle ragioni del respiro: «Alcuni studi hanno evidenziato la possibilità di alterazioni epigenetiche del DNA causate dal fumo e che si trasmettono da una generazione all’altra: se la nonna fumava mentre aspettava la mamma, il o la nipote potrà avere una minore capacità respiratoria. Sì – sottolinea Corsico – si dà un’influenza trigenerazionale per linea femminile».
COS’È E COME SI CALCOLA IL BMI
Infine che cos’è e come si calcola il Bmi: si ottiene dividendo il peso, in chilogrammi, per il quadrato dell'altezza, in metri. Il normopeso è compreso tra questi due valori: 18,5-24,9. L’obesità di primo grado comincia con Bmi 30- 34,9.
Serena Zoli
Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.